Le imprese chimiche sempre orientate alla tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza. La 14° conferenza dei coordinatori di Responsible care, che si è tenuta a Ferrara, è stata l’occasione per ribadire il ruolo fondamentale dell’industria chimica per lo sviluppo sostenibile, anche a livello locale.
Responsible care è il Programma volontario per la tutela di salute sicurezza e ambiente, coordinato in Italia da Federchimica (Federazione nazionale Industria chimica) di cui il Polo ferrarese è un fiore all’occhiello.
I dati indicano, nel 2015, un calo del 62% dei gas serra e del 95% delle altre emissioni in atmosfera e del 65% di sostanze inquinanti negli scarichi idrici rispetto al 1990.Grazie a una proficua collaborazione fra imprese e amministrazioni pubbliche, infatti, il sito chimico ferrarese rappresenta in Italia un caso di successo nella gestione dei procedimenti di bonifica e nel coordinamento tra le attività di risanamento delle matrici ambientali e attività industriali in esercizio.
Un modello che si spera di poter adottare anche a livello nazionale, a volte bloccati da intoppi di carattere amministrativo che non consentono risultati così rilevanti a fronte di una gestione efficiente degli investimenti.
Altro grande primato delle imprese del polo chimico, l’eccellenza in materia di sicurezza sul lavoro, con un tasso infortunistico bassissimo, pari a 1/3 di quello medio dell’industria chimica, che già risulta tra i migliori in tutto il manifatturiero.
Il Convegno, promosso da Federchimica e organizzato da Unindustria Ferrara, è stato anche l’occasione per parlare di futuro di ricerca, innovazione, sostenibilità e sviluppo del territorio; la chimica a Ferrara conferma la sua volontà di guardare al futuro e perseguire la sostenibilità declinata nelle sue tre dimensioni fondamentali, ossia, ambiente, società ed sviluppo economico.
Tra i relatori intervenuti Riccardo Maiarelli, presidente di Unindustria Ferrara, Caterina Ferri, assessore comunale all’Ambiente, lavoro e attività produttive e Alessandro Bratti, Presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali che ha tra l’altro annunciato l’imminente varo del decreto il tema di riordino delle agenzie per l’ambiente.
Ne è emerso come l’industria chimica abbia ridotto drasticamente il suo impatto sull’ambiente con un incremento del 45% di efficienza energetica (risultato già abbondantemente in linea con gli obiettivi indicati dall’Unione Europea per il 2020 e per il 2030). Così come va ricordato che oltre il 55% dei rifiuti prodotti viene riciclato, recuperato o riutilizzato per il ripristino ambientale e che ogni anno il comparto spende oltre il 2% del proprio fatturato (e destina oltre il 20% dei propri investimenti) a sicurezza, salute e ambiente.
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