Economia

La privatizzazione delle Terme di Acqui di nuovo in stallo

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investimenti bloccati

La privatizzazione delle Terme di Acqui di nuovo in stallo

Le Terme di Acqui
Le Terme di Acqui

Quando tutto pareva pronto per il rilancio delle Terme di Acqui (Alessandria), con l’avvio della privatizzazione, l’immancabile ricorso alla magistratura ha di nuovo bloccato tutto. E, soprattutto, ha bloccato un piano che prevedeva l’avvio immediato di un investimento di oltre 20 milioni di euro in due anni e di altri 50 milioni nell’arco dei 4-6 anni successivi.

Ad aggiudicarsi la gara indetta da Finpiemonte (la finanziaria regionale che detiene l’81% delle Terme) era stata la South Marine Real Estate, che fa capo all’ imprenditore svizzero Gianlorenzo Binaghi, con un’offerta di 9,5 milioni. Quattro volte di più rispetto a quanto offerto dai concorrenti locali che vorrebbero rientrare nella partita con una nuova offerta da 10 milioni. A loro avviso sarebbe infatti irregolare la procedura del gruppo svizzero che ha versato i 500mila euro di cauzione non a Finpiemonte Partecipazioni ma al notaio incaricato dalla finanziaria regionale.

In attesa di risolvere il problema, le Terme stanno continuando ad accumulare perdite, pari ad oltre 5 milioni nell’ultimo quinquennio. Mentre gli addetti sono ormai ridotti ad una trentina, a fronte degli oltre 200 previsti da South Marine al termine degli investimenti. Si stanno penalizzando anche le iniziative sul territorio, a partire dal Premio Acqui Storia, il più importante d’Europa nel settore, che quest’anno ha registrato la partecipazione di oltre 220 autori. O la festa romana che sabato prossimo porterà le bighe per le strade di Acqui, città di origine romana e con terme che risalgono appunto all’epoca.

L’intervento iniziale di South Marine prevede oltre 19milioni per la Zona Bagni tra ristrutturazione dell’Hotel Regina e dello stabilimento Regina Terme, il centro divertimenti, la via commerciale, il parco e la chiesa. E più di 2 milioni per la manutenzione della Bollente (il simbolo della città) e del Grand Hotel Nuove Terme. Nella seconda fase sono previsti gli investimenti più consistenti, legati all’Hotel Antiche Terme, all’albergo con centro congressi e ad altri inverventi minori su hotel ed aree verdi.

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