Economia

Ilva, Calenda: «Cessione entro ottobre». Arvedi:…

  • Abbonati
  • Accedi
SIDERURGIA

Ilva, Calenda: «Cessione entro ottobre». Arvedi: «Avanti anche senza Erdemir, ma gas a 10 cent»

Il Governo conta di effettuare la cessione dell’Ilva tra fine ottobre-primi di novembre, assicurerà le risorse necessarie all'azienda in questi mesi (i 300 milioni di prestito con la legge 13 di febbraio sono evidentemente una coperta corta), ribadisce che il gruppo tornerà sul mercato e che non ci sarà alcuna nazionalizzazione. Sono i concetti chiave che ieri ha espresso il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, incontrando al Mise i vertici dei sindacati metalmeccanici, presente anche il vice ministro Teresa Bellanova.
«Il piano ambientale è una funzione del piano industriale ma è di importanza fondamentale» spiega Calenda motivando perchè il Governo, con un nuovo decreto, ora all'esame delle commissioni della Camera per la conversione in legge, ha deciso di assegnare una nuova centralità all’aspetto del risanamento posticipando anche i tempi della cessione.

Intanto, oggi, audizione al Senato, in commissione Industria, Arvedi e i turchi di Erdemir, convocati in audizioni distinte, stanno presentando i loro piani per l’Ilva – i due gruppi sono in gara – dopo che nei giorni scorsi lo ha fatto Arcelor Mittal, alleato con Marcegaglia, che punta per la fase iniziale ad una produzione di 6 milioni di tonnellate e a tenere in attività 3 dei 4 altiforni installati a Taranto.

Già nella prima mattinata il patron dell’omonimo Gruppo, Giovanni Arvedi, ha tracciato le prospettive di un futuro per l’Ilva di Taranto, più ambientalmente compatibile, centrato sull’uso del gas e inserito nella realizzazione di un grande gruppo siderurgico, con una newco che potrebbe essere quotata in borsa. Il tutto con la necessità, però, di un prezzo del gas a «livelli americani e attorno ai 10 centesimi di euro al metro cubo, a fronte degli attuali 20 cent/m3 che si pagano in Europa». Arvedi fa parte di una cordata a 4 che compone con i turchi di Erdemir, Cdp e la holding Delfin del gruppo Luxottica di Leonardo Del Vecchio, che va verso creazione di una newco.
Il gruppo Erdemir, secondo quanto riferito da Giovanni Arvedi in commissione, ha sottoscritto con il gruppo Arvedi un accordo di governance e un
memorandum che doveva essere ratificato dal consiglio di amministrazione del gruppo turco entro settembre. In realtà, il cda è stato convocato ad esprimersi in queste ore e adesso si attende di capire cosa succederà. «Ad ogni modo – ha detto il presidente –non è un dramma perchè l’Italia è in grado di far fronte ai suoi impegni». I turchi di Erdemir saranno invece sentiti in commissione sempre oggi ma alle 14.

La scelta del nuovo gestore dell’Ilva, infatti, non sarà più fatta il 30 giugno ma questa sarà solo la data in cui i gruppi che hanno manifestato interesse, devono venire allo scoperto e delineare la loro proposta. Non sarà un’assegnazione al buio, la valutazione del piano ambientale è importante ed affidata ad un comitato di esperti, chiarisce il Governo, ma anche quella economica sarà attenta. Il Governo fa anche un’apertura ai sindacati dichiarandosi disponibile ad intervenire se, a fronte di osservazioni e suggerimenti, dovessero emergere punti critici da rivedere e correggere.

Apertura colta dalla Fiom Cgil che con Rosario Rappa dichiara: «L’unico dato positivo è la disponibilità del Governo ad aprire un tavolo sull’Ilva perchè per il resto siamo più preoccupati di prima». Per la Fiom, il confronto è «una scelta di discontinuità col passato perchè i decreti precedenti sono stati fatti senza ascoltare il sindacato dei metalmeccanici».
«Abbiamo detto al Governo fate presto, fate bene, perchè quest'azienda ha poco fiato» commenta Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl. «Si è perso troppo tempo, troppi anni, e intorno all’Ilva si sono alternati troppi esperti che hanno fatto scelte sbagliate» aggiunge Bentivogli che pone a Calenda un doppio problema: di risorse e di «manutenzione degli impianti che deve essere fatta perchè sta aumentando la rischiosità per i lavoratori di Taranto». E le commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera puntano a chiudere forse già in settimana le audizioni sul decreto.

Una serie di convocazioni sono state programmate anche per domani: Regione Puglia, Arpa Puglia, Ispra, Comune di Taranto.

© Riproduzione riservata