Economia

Anno record per le macchine per la ceramica

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la questione industriale

Anno record per le macchine per la ceramica

Un 2015 da record per i costruttori italiani di macchine per ceramica associati in Acimac, che mettono in fila il secondo anno di forte crescita (+8% dopo il +7% del 2014) e sfiorano i 2 miliardi di euro di giro d’affari, battendo di oltre due punti percentuali il precedente primato del 2007, quando il settore raggiunse il suo picco per poi vivere anni di crisi. A trainare le vendite è l’export che vale il 77% dei volumi ed è cresciuto del 9,1%, nonché il recupero della domanda del settore piastrelle (che vale l’83% dei volumi e ha segnato un rialzo del 6,1% ) .

«Rappresentiamo una nicchia d’eccellenza di cui siamo leader nel mondo, con circa la metà del mercato, e siamo l’esempio della forza dei distretti grazie all’interazione e una contaminazione costante tra clienti e fornitori», spiega il nuovo presidente Paolo Sassi, eletto ieri alla guida dell’Associazione costruttori italiani macchine e attrezzature per ceramica (150 imprese, oltre 6.200 occupati) in occasione dell’assemblea annuale nella sede di Baggiovara di Modena.

COMPOSIZIONE DEL FATTURATO ESTERO PER AREE GEOGRAFICHE
Valori assoluti in milioni di euro, variazione % 2014/15 (Fonte: ACIMAC)

Ottime anche le prospettive per il 2016, nonostante lo stop della Russia, la frenata del Brasile, la ripresa al ralenti dell’Iran e ora l’incognita del post Brexit. «Il contesto internazionale non è certo favorevole ma se siamo riusciti comunque a mettere a segno performance come quelle del 2015 in quella cornice, significa che possiamo solo migliorare le previsioni», commenta Sassi, presidente della Bmr di Scandiano, pieno distretto delle piastrelle di Sassuolo.

L’Europa concentra meno del 20% dell’export del 2016 (1,522 miliardi in totale) delle macchine per ceramica made in Italy e la Gran Bretagna uno zero virgola, rileva il centro studi Acimac, che smorza i timori del risultato referendario oltremanica sul settore. In questo primo scorso d’anno sono ancora i mercati lontani a fare da locomotiva (+14,2% nel primi tre mesi), mentre rallentano (-5,9%) le vendite in Italia, dopo due anni di forte recupero, con un +4,3% in Italia che conferma la forte dinamica degli investimenti nella ceramica italiana (+22,7% nel 2015 dopo il +27% del 2014, secondo i dati di Confindustria Ceramica). In una nicchia che brilla, anche in Asia, terra dei suoi principali concorrenti, c’è un dato che preoccupa: la crescente polarizzazione tra le piccole imprese (quelle sotto i 2,5 milioni di ricavi) che perdono oltre 10 punti del business e le “grandi” (se grandi si possono definire le realtà sopra i 10 milioni di ricavi, 19 imprese che concentrano l’83% del giro d’affari di settore) che invece corrono oltre le due cifre.

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