Economia

Boccia: Brexit sia il trauma che impone la grande svolta all’Europa

  • Abbonati
  • Accedi
economia

Boccia: Brexit sia il trauma che impone la grande svolta all’Europa

(Agf)
(Agf)

A rimetterci «nel medio termine sarà la Gran Bretagna». Nel breve ci saranno «effetti speculativi e di ansia sui mercati di borsa che determineranno effetti. Ma che però non sono collegati né ai fondamentali dell’Europa, né dell’Italia. L’Europa è il più ricco mercato al mondo e ha un debito aggregato inferiore a quello degli Stati Uniti». Adesso però Brexit dovrà trasformarsi in un’opportunità: «Brexit deve essere il trauma che impone la svolta, che farà fare il grande salto all’Europa».

A dirlo è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervenuto a Bisceglie alla giornata conclusiva di “Digithon 2016”, la manifestazione voluta dal parlamentare pugliese del Pd, e presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia.

Il dopo Brexit. «La Gran Bretagna – ha detto Boccia intervistato da Giovanni Minoli – non esploderà, ma sarà una Gran Bretagna diversa senza Europa. Ora l’Europa deve dimostrare di avere una capacità di reazione. Lo deve dimostrare alla Gran Bretagna e alle sue giovani generazioni. Deve dimostrare che ha una visione politica alta su cui costruire il futuro». A questo punto il vertice di domani fra il premier italiano Matteo Renzi con Francois Hollande e Angela Merkel assume un’importanza particolare. «Ora serve una grande risposta alla Brexit. Le priorità sono cambiate anche per noi e in agenda la questione europea ha preso il sopravvento su quella italiana». Deluso se non uscisse qualcosa di preciso? Il presidente di Confindustria non ha dubbi: «Molto».

L’importanza del digitale. Intervista a tutto campo quella al presidente di Confindustria in cui si è parlato di Ilva, di Confindustria, di banche, di Movimento 5 Stelle, di Sud, di digitale che era il tema centrale della manifestazione che si è svolta fra Bisceglie, Barletta, Trani da giovedì scorso e che ieri ha visto gli interventi conclusivi sia di Francesco Boccia sia di Domenico De Bartolomeo, presidente di Confindustria Bari Bat. «Il digitale – ha affermato il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia – è determinante per la sua dimensione trasversale a tutti i settori dell’industria italiana ed è la precondizione per cavalcare quella che abbiamo definito la quarta rivoluzione industriale in cui l’Italia deve giocare un grande ruolo da protagonista, ricostruendo una dimensione di competitività proprio attraverso il digitale».

Il Sud perno della questione industriale. Intanto c’è da fare i conti con una ripresa sempre più attesa e che «deve partire innanzitutto dal Sud. Il Meridione è per noi la grande questione nazionale» dice Boccia secondo cui «il gap Paese si può superare a partire dal Mezzogiono perché qui si gioca gran parte della questione industriale italiana». Il tutto però con una precisazione importante: «Non esiste un unico Sud, ma esistono i Sud. Chi conosce l’Italia sa che è a macchia di leopardo. Capire questa dimensione del Sud ci aiuta a capire cosa fare nel Sud, per il Sud e per l’Italia. Del resto, allo stesso modo non esiste neanche un unico Nord».

La tenuta delle banche dopo Brexit. Ora però c’è da fare i conti con una variabile non da poco: la ferita di Brexit è fresca e brucia come più non potrebbe. Gli occhi sono inevitabilmente puntati sulla tenuta degli istituti di credito. «Le banche italiane – ha detto Boccia – non sono al collasso, hanno fondamentali a posto, sono quelle che hanno meno derivati in pancia, hanno finanziato l’economia reale e le imprese e hanno subito gli effetti della criticità dell’economia reale dal 2008 a oggi. Da qui a dire che sono al collasso ce ne passa e l’Italia ha un sistema bancario che finanzia più di tanti altri».

Bail In da rivedere. Certo, il tema “Bail in” a questo punto diventa ancora più attuale. Banche italiane da proteggere come hanno fatto in Germania? «Come ha anche fatto capire l’ad di Intesa Sanpaolo sul Bail in siamo stati quantomeno un po’ distratti. Questo è il momento di lasciare i rischi alle istituzioni finanziarie e non ai risparmiatori, evitando ansie gratuite». Insomma, per l’Europa è tempo di riaprire il dibattito sull’unione bancaria, sulla governance economica sulla condivisione dei rischi per la riduzione dei rischi e i tempi maturi per un ministro delle finanze europee che indirizzi le politiche sulla crescita». L’Italia può e deve comunque «giocare una grande stagione». Anche sullo spostamento di istituzioni «noi possiamo e dobbiamo giocare questa partita» facendo all’interno «le riforme necessarie all’Italia nell’interesse dell’Europa».

Il “sì” al Referendum di ottobre. Al di là della questione Brexit l’intervista è l’occasione per fare il punto su temi più propriamente “nazionali”. «Cosa le piace di più di Renzi?», chiede Minoli. «È giovane, pone questioni sul futuro del Paese, assume responsabilità di scelte e riporta la politica all’attenzione alta. A quello che abbiamo sempre chiesto: che la politica faccia la politica». Boccia ribadisce poi l’appoggio al “sì” sul prossimo referendum costituzionale di ottobre: «È la precondizione per la governabilità e la stabilità del Paese».

Questione Ilva. Sull’Ilva: «l’Italia non può essere la stessa senza l’Ilva, come diceva Squinzi, perché l’industria primaria se non è competitiva dà problemi all’industria manifatturiera. Non possiamo perdere pezzi perché siamo un Paese di traformazione senza materie prime. Se perdiamo pezzi dell’industria primaria riduziamo la competività anche nelle aziende manifatturiere. Vanno difesi gli interessi dell’Ilva nell’interesse del Paese».

Unicredit. Boccia parla anche dello stallo sulla nomina del nuovo amministratore delegato di Unicredit, in sostituzione di Federico Ghizzoni: «Speriamo che gli azionisti facciano presto per il nuovo ad. C’è un po’ di confronto, prima si risolve e meglio è perchè pccorre trovare la risposta giusta per questa grande banca italiana che può contribuire molto alla crescita del Paese».

I 5 Stelle e la Tav. Sul Movimento 5 Stelle e le dichiarazioni del neosindaco di Torino, Chiara Apopendino, contro il presidente della Compagnia di Sanpaolo, Francesco Profumo: «Penso che questo sia un Paese che vive di confronto e muore di conflitto. Sarebbe più opportuno confrontarsi prima e poi porre delle questioni di merito anche nella logica di rispetto fra istituzioni del Paese». E per la Tav, sarà duro il confronto fra Confindustria, favorevole, e Movimento 5 Stelle apertamente contrario alla realizzazione dell’infrastruttura? «Vedremo. Noi siamo per la Tav che è una grande opera infrastrutturale che fa recuperare domanda nell’interesse anche di quelle piccole e medie imprese che i 5 Stelle dicono di voler rappresentare».

© Riproduzione riservata