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Boccia: «Parma modello di collaborazione per la…

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la questione industriale

Boccia: «Parma modello di collaborazione per la competitività»

Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria
Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria

«Condivido ogni parola detta dal presidente degli industriali di Parma e credo che in questo Paese che vive di confronto e muore di conflitto dovremmo imparare tutti da questo territorio, dal modello emiliano fondato sulla collaborazione per la competitività». Il numero uno di viale dell’Astronomia Vincenzo Boccia parte dall’intervento di Alberto Figna, presidente dell’Unione parmense degli industriali, per ripercorrere i nodi che paralizzano la ripresa italiana e le proposte di politica industriale che Confindustria intende portare avanti, nel «ruolo di ponte tra l’interesse delle imprese e quello del Paese».

Brexit, contrattazione di secondo livello, euroburocrazia, riforme costituzionali sono i temi che fanno da sfondo alla 71esima assemblea della territoriale parmense, che guarda al futuro con ottimismo, partendo da dati congiunturali tutti con intonazione positiva: +2,2% il fatturato nel 2015, +2% la produzione, +9,6% l’export (e un segno più anche nel primo trimestre 2016, mentre il resto della via Emilia si è fermato) , +0,8% l’occupazione e +3,4% gli investimenti.

Numeri ben oltre ogni media nazionale. «Cresce anche da noi la polarizzazione tra le piccole imprese senza sbocchi oltreconfine che arrancano e le grandi industrie in salute che corrono sui mercati mondiali – aggiunge il presidente Figna – ma i nostri settori chiave, come la chimica, l’agroalimentare, la meccanica, ci continuano a dare grandi soddisfazioni».

Sono le eccellenze del made in Italy su cui anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti si sofferma, intervenendo alla tavola rotonda al Teatro Regio di Parma, ribandendo l’importanza di lottare oggi a Bruxelles per valorizzare il «made green in Italy», concetto di qualità che sposa tipicità e sostenibilità, su cui l’Italia non ha competitor al mondo.

«È la paura ad aver impedito all’Europa di reagire nella maniera più giusta alla crisi di questi anni e Brexit è un effetto di questa paura», afferma Boccia. Ma la reazione non è la disgregazione ma la ricostruzione di una Europa diversa, dove a prevalere è la speranza e non la paura. «Serve una politica industriale comune, gli Stati Uniti raccolgono oggi i risultati di una politica anticiclica che noi non abbiamo avuto il coraggio di fare, così come in Germania vede oggi sull’occupazione gli effetti della riforma Schroeder sul mercato del lavoro. Dobbiamo passare dal resistere all’agire, dalla constatazione alla visione, dobbiamo chiedere al governo, alle Regioni e all’Europa di non perdere tempo su politiche di bilancio ma di confrontarci su politiche per la crescita che abbiano effetto sull’economia reale», conclude il presidente di Confindustria, in partenza per Piacenza, dove si terrà in serata l’assemblea annuale della locale Confindustria.

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