Economia

Il turismo musicale? A pieni giri: un terzo arriva da fuori…

  • Abbonati
  • Accedi
i concerti nelle città italiane

Il turismo musicale? A pieni giri: un terzo arriva da fuori regione

(Olycom)
(Olycom)

Da un lato rock e pop che muovono le masse. Dall’altro classica e jazz che attivano nicchie di big spender. Il turismo legato alla musica è un segmento di mercato che gode di ottima salute: nel 2015 il numero di spettatori provenienti da altre regioni rispetto a quelle che ospitavano un evento è cresciuto del 6% sull’anno precedente. A fronte del pubblico totale dei concerti (6,1 milioni di ingressi), il 31,4% degli spettatori arrivava da fuori regione e, oltre la soglia dei 200 chilometri di distanza da casa, ha pernottato. Il 2,7% arrivava addirittura dall’estero.

Sono dati elaborati da Assomusica, l’associazione dei promoter che sul tema ha affidato uno studio a Cerved la cui pubblicazione è prevista in inverno. Una ventata d’ottimismo sulla stagione estiva 2016 che, se sul versante rock saluterà a giorni i ritorni di Bruce Springsteen a San Siro e David Gilmour a Pompei, su quello classico proporrà appuntamenti di grande impatto come il Festival Puccini di Torre del Lago e il Rossini Opera Festival di Pesaro, con Umbria Jazz che farà convergere su Perugia il popolo degli amanti dell’improvvisazione. La visione delle prime tavole rende idea della consistenza del fenomeno, mai prima d’ora indagato nel dettaglio. La piazza più “aperta” al turismo musicale è Verona, con l’Arena che vende fuori regione il 62% dei suoi posti a sedere e un significativo 3,2 per cento all’estero. Non male anche Torino, grazie al PalaAlpitour: 31% di pubblico da fuori regione, 2,5% dall’estero.

Milano, capitale della musica dal vivo, vede arrivare da fuori regione il 28,1% e dall’estero il 2,6% degli spettatori. Performance in linea con quella di Roma (28,7% da fuori regione e 2,8% dall’estero), mentre piazza decisamente più local è Napoli, con un 26% di pubblico proveniente da fuori regione e solo l’1% da fuori Italia. «Siamo di fronte a una in crescita del fenomeno turistico legato alla musica – spiega il presidente di Assomusica Vincenzo Spera – tutto sommato in linea con l’incremento delle performance dei concerti. Indotto ulteriore per un settore che già genera 640 milioni di giro d’affari». Pubblici diversi, diversi gli impatti sulla filiera turistica: «Gli eventi rock e pop – commenta Filippo Fonsatti, presidente della Federazione dello spettacolo dal vivo – muovono grandi numeri, quelli di lirica, sinfonica e jazz muovono big spender che prenotano strutture ricettive di fascia alta». Il mix di entrambi i fattori, secondo Ivano Massignan di Eventi Verona, «è alla base del successo del modello sorto intorno all’Arena, dove gli appuntamenti di leggera si bilanciano in cartellone con quelli di classica».

L’industria dell’accoglienza accoglie di buon grado il fenomeno: «Lirica, classica, jazz, musica pop – commenta Giorgio Plamucci di Confindutria Alberghi - fungono da attrattori per le nostre destinazioni coinvolgendo anche le strutture ricettive. Larga parte degli appassionati sceglie infatti la ricettività di tipo alberghiero». Parole che trovano conferma nell’attività del Sipario Musicale, tour operator milanese specializzato nei viaggi a tema in incoming e outgoing. «Ogni anno – racconta il responsabile marketing Andrea Cortelazzi – accompagniamo 6mila turisti italiani e mille stranieri in giro per i teatri e i festival lirico-sinfonici di maggiore prestigio, alla Scala e alla Fenice come allo Sferisterio di Macerata. Esiste una domanda ben precisa per questo segmento di mercato. Ed è una domanda in crescita costante». Musica per le orecchie del sistema dell’accoglienza.

© Riproduzione riservata