«L’Italia è il secondo Paese industriale europeo, alle spalle della Germania. Ma potremmo essere il primo se venissero eliminati i deficit competitivi. E non tutti, basterebbe eliminare i principali». Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, interviene all’assemblea degli industriali canavesani e rilancia il ruolo della manifattura italiana. Lo fa rispondendo alle domande di Fabrizio Gea, presidente degli imprenditori del Canavese, che rivendica la tradizione di Adriano Olivetti sia a livello di innovazione industriale sia come fattore di coesione sociale.
E Boccia, anche in un’ottica di comunità, invita tutti all’assunzione di responsabilità. Puntando a nuove relazioni industriali che devono favorire una crescita della produttività per portare ad uno sviluppo generale. Se le aziende diventano più competitive, aumentano occupazione e salari, ed anche il Pil, in una sorta di circolo virtuoso che può essere sostenuto da adeguate politiche economiche che privilegino l’offerta rispetto alla domanda.
Proprio in relazione alle strategie economiche del Paese, Boccia ha rivendicato il diritto di Confindustria di esprimersi anche sulle decisioni della politica, per tutto ciò che ha conseguenze sull’economia. Ma la confederazione industriale deve diventare protagonista anche sul terreno della formazione. «Dobbiamo far capire alla borghesia che gli istituti tecnici non sono una scuola di serie B».
“Dopo Brexit, l’Europa non può continuare ad attendere”
Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria
Proprio ricordando il precedente intervento di Gea – che aveva sottolineato l’esempio olivettiano di integrazione tra fabbrica e cultura – Boccia ha avvertito che impresa, università, istituti tecnici e cultura fanno parte di uno stesso percorso che può favorire la crescita attraverso l’inclusione. D’altronde la scelta di Confindustria Canavese di svolgere la propria assemblea nel castello di Aglie’ va proprio nella direzione di una contaminazione continua e proficua.
Ma per il presidente nazionale di Confindustria un ruolo fondamentale per la crescita, anche attraverso la nuova rivoluzione industriale 4.0, deve essere svolto dal sistema bancario. Che deve essere in grado di valutare in modo corretto gli investimenti aziendali sempre più rivolti ad asset immateriali. Vanno bene le banche del territorio, ed è stato ricordato il contributo offerto in Canavese dalla Bcc Rivabanca, ma Boccia pensa ad iniziative sistematiche, attraverso il progetto elite, per portare investitori istituzionali nel capitale delle imprese italiane. «Un progetto Paese, non rivolto a 200-300 aziende», ha precisato.
Infine uno sguardo all’Europa, con il rischio che la Gran Bretagna reagisca velocemente con svalutazione della sterlina e riduzione delle tasse mentre l’Unione europea di dilunga in discussioni. «L’Europa – ha concluso Boccia – non può continuare ad attendere, se no rischia di perdere anche ciò che vuol difendere».
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