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Industria 4.0 chiave della crescita

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Industria 4.0 chiave della crescita

Un aumento della produttività tra il 30 e il 50%: le imprese italiane potrebbero ottenerlo utilizzando le nuove tecnologie. Quella nuova frontiera di Industria 4.0 su cui gli altri paesi si sono già mossi e che noi dobbiamo affrettarci a cogliere in pieno. Non partiamo da zero, ma il nostro paese deve recuperare un ritardo digitale per puntare alla crescita. È con questa convinzione che la commissione Attività produttive della Camera, presieduta da Gugliemo Epifani, ha lavorato ad un'indagine conoscitiva su Industria 4.0, puntando a far emergere un piano di politica industriale, che è stata presentata ieri a Montecitorio.

«Le imprese devono essere protagoniste della quarta rivoluzione industriale. Non è solo una questione tecnologica, ma anche culturale. Ed è importante l'indagine conoscitiva perché riporta al centro dell'attenzione la questione industriale», ha esordito il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Dal ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, è subito arrivato un risvolto operativo: «come governo non faremo un'altra ricerca, assumeremo questa come base di lavoro. Nella prima settimana di agosto ci saranno le prime misure del governo». Annunciando, dal punto di vista della governance, che già la prossima settimana sarà costituita la Cabina di regia.

Le imprese che ce l'hanno fatta in questi anni, ha sottolineato Boccia, sono quelle che hanno innovato: «l'innovazione non è solo ricerca e sviluppo, è organizzazione, tecnologia, essere eccellenti in ogni funzione aziendale. Saper fare bene il prodotto è solo la precondizione per entrare in partita». Industria 4.0, ha aggiunto, pone il problema della dimensione aziendale: «non sono contro i piccoli, ma bisogna crescere, anche attraverso le reti o le filiere». Le potenzialità ci sono: «siamo la seconda potenza industriale», ma bisogna incidere sul «deficit di competitività dell'Italia, con una politica dei fattori e dell'offerta», ha continuato il presidente di Confindustria. A maggior ragione oggi, dopo la Brexit, con l'intenzione della Gran Bretagna di ridurre le tasse, e dopo che il nostro paese negli ultimi 15 anni ha maturato una distanza dalla Germania di 30 punti se si considera il costo del lavoro per unità di prodotto. «Occorre un progetto paese, avviando una stagione di corresponsabilità, dobbiamo essere esemplari e coerenti, avere prima che un'industria 4.0 una testa 4.0», ha continuato Boccia, convinto che l'Italia potrebbe essere «la boutique dell'industria del mondo, realizzando prodotti sartoriali, sempre più personalizzati, in chiave industriale, che è la forza del nostro paese».

NOI E GLI ALTRI
Indice di innovazione dei Paesi europei (Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea 2015)

Una «politica dell'offerta, rilanciando gli investimenti» è anche la convinzione del ministro dello Sviluppo. E sarà questa la sua battaglia, ha detto ieri, in vista della prossima legge di stabilità: «bisogna dare una spinta agli investimenti, con un piano a lungo termine. Li considero fondamentali; siamo davanti ad un salto tecnologico e culturale che rischia di spiazzarci dal punto di vista della competitività». Su Industria 4.0 il governo, ha detto Calenda, avrà una neutralità tecnologica e settoriale, lavorerà sulle infrastrutture «abilitanti», dalla banca larga, a misure fiscali come il superammortamento, la nuova Sabatini, una revisione del Fondo di garanzia: «oggi finanzia in ugual misura investimenti e circolante, deve invece sostenere di più gli investimenti e i rating intermedi». Quanto alla Cabina di regia, sarà gestita a livello centrale, con governo e imprese, ha detto Calenda, e si interfaccerà con le singole Regioni.

LE RISORSE
Supporto pubblico alle attività di R&S delle aziende: % sul Pil 2014 (Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea 2015)

«Il governo sarà selettivo sulle iniziative da sostenere», ha aggiunto Calenda, che ieri, nel quaestion time alla Camera, ha annunciato per prima dell'estate una legge per sostenere le pmi. Andrà trovata quella che Epifani ha chiamato «la via italiana per Industria 4.0. L'Italia deve puntare sulla qualità unita alla cultura, che non si può copiare. Una filiera individuata sul territorio può farci fare un salto di qualità - ha detto il presidente della Commissione Attività produttive - nell'approccio alle sfide della quarta rivoluzione industriale».

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