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Kering rilancia su Richard Ginori

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Kering rilancia su Richard Ginori

Richard Ginori
Richard Ginori

Richard Ginori chiude un altro bilancio in pesante perdita, ma non molla la presa e, anzi, conferma l’obiettivo di rilancio della storica maison delle porcellane, acquisita dal fallimento nell’aprile 2013 (per 13 milioni di euro).

La proprietà, il gruppo francese del lusso Kering, che controlla anche Gucci, ha appena versato 10 milioni di euro per ricapitalizzare l’azienda fiorentina e ha affidato al nuovo amministratore delegato, Giovanni Giunchedi, l’aggiornamento del piano industriale che sarà pronto in settembre.

Correre ai ripari è necessario. Il bilancio 2015 di Richard Ginori si è chiuso con ricavi pari a 12,8 milioni di euro (+15%) e con una perdita di 18,2 milioni (era 12,3 milioni nel 2014), cresciuta di oltre cinque milioni rispetto all’anno precedente a causa di svalutazioni di poste straordinarie non legate alla gestione corrente ma alle condizioni dello stabilimento produttivo di Sesto Fiorentino.

In pratica, la struttura e gli impianti obsoleti stanno creando inefficienze produttive e aumenti di costi: per intervenire con ulteriori investimenti (in questi tre anni il gruppo ha già investito diversi milioni), Kering punta ad acquisire la proprietà dello stabilimento, che oggi detiene in affitto con un contratto che è stato prolungato al 2019. Per questo la maison francese ha presentato nei mesi scorsi una proposta irrevocabile d’acquisto, valida fino a fine anno, ai liquidatori di Richard Ginori Real Estate (che fa capo per il 50% al fallimento Richard Ginori e per l’altro 50% a un gruppo di immobiliaristi pratesi), proprietaria del complesso industriale di 131mila metri quadrati.

Le posizioni sono ancora lontane, ma la trattativa sembra destinata a concludersi dopo che sono andate deserte le due aste fatte dai liquidatori nel febbraio 2011 e nel gennaio 2012 (con base di 33,5 e di 25,1 milioni di euro). Richard Ginori, del resto, ha sempre ripetuto di voler rimanere nell’area di Sesto Fiorentino, volontà ribadita nei giorni scorsi dall’ad Giunchedi nell’incontro avuto con la Regione Toscana: «Istituzioni e sindacati – afferma una nota della Regione - auspicano che il confronto che si è aperto tra azienda e liquidatori, con il coinvolgimento del sistema creditizio, possa concludersi positivamente e rapidamente, in modo tale da favorire l’importante azione di rilancio del marchio storico che è stata operata in questi due anni, dando piena tranquillità ai dipendenti e rafforzando il radicamento nell’area sestese della Richard Ginori 1735».

Sul fronte produttivo, non ci sono all’orizzonte procedure di cassa integrazione per i 230 dipendenti. A far ben sperare è l’incremento delle vendite registrato nell’ultimo anno, che punta a salire grazie alle trattative in corso per accordi di distribuzione delle porcellane Richard Ginori in Russia e Cina, mercati considerati promettenti e con ampi margini di crescita. Starà al nuovo piano industriale aggiornare il percorso di risanamento di Richard Ginori, che si è rivelato più complesso del previsto.

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