Economia

Nel Veneto l’invenzione è a misura di fabbrica

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viaggio nell’italia che innova

Nel Veneto l’invenzione è a misura di fabbrica

Il Veneto ai primi posti in termini di alfabetizzazione digitale, ma con un primato frutto della media fra chi corre nell' Ict e settori più tradizionali a utilizzo minore (agroalimentare, costruzioni, meccanica).

Ancora: il Veneto che ha la spesa in R&D superiore alla media nazionale (5,7% contro 3,6%), ma con un numero più basso di brevetti, segno che l’innovazione è più incrementale che alla ricerca di nuove soluzioni rivolte al futuro. Altro esempio: il Veneto con una grande vocazione internazionale, ma in cui l’individualità spiccata sfocia troppo spesso in individualismo anche all’interno del sistema imprenditoriale, minando alla base la collaborazione indispensabile per crescere e affrontare i mercati globali.

È un sapore quasi agrodolce quello che restituisce la terza tappa del “Viaggio nell’Italia che innova” – viaggio iniziato dal Sole 24 Ore e Confindustria in collaborazione con EY per raccontare il mondo dell’innovazione e delle imprese e che ieri, dopo Bologna e Bari, ha toccato il Nord Est – a Oderzo, piccolo centro in piena Marca Trevigiana. Le storie di eccellenze produttive che guardano al mondo e al futuro sanno di vitalità e di grande voglia di continuare a dire la propria sui mercati di tutto il mondo. I numeri dell’Osservatorio sull’Innovazione sviluppato da EY con Confindustria esprimono algebricamente quella stessa vitalità, ma allo stesso tempo, come in un gioco di specchi e rimandi, non mancano di segnalare il lavoro che ancora c’è da fare e le potenzialità tuttora inespresse di un territorio come quello del Veneto.

«Nel Veneto, come in tutta Italia, c’è tutto un novero di imprese che ha affrontato questi 8 anni di crisi facendo crescere le competenze nella propria azienda, la creatività, connettendo l’azienda con il mondo, puntando sulla crescita dimensionale. Chi lo ha fatto, dalla crisi è uscito più forte di prima», spiega Andrea Bairati, direttore Innovazione ed Education di Confindustria. Andando più nello specifico del Veneto Andrea Paliani, senion partner di EY, presentando i dati dell’Osservatorio ha voluto sottolineare come questo territorio rappresenti «un’eccellenza tra le regioni italiane che con il digitale ha l’opportunità di valorizzare alcune sue caratteristiche e superare alcune criticità che ne frenano la crescita». Fra questi c’è «la carenza di laureati in science e tecnologie, di occupati nei servizi a valore aggiunto, di scarsità di brevetti e pubblicazioni scientifiche e investimenti in ricerca e sviluppo, di infrastrutture digitali e fisiche oltre alla mancata digitalizzazione dei processi amministrativi».

Il digitale però vuol dire anche nuove opportunità. Vuol dire affidarsi a tecnologie che consentono a chi, come nel Veneto ha fatto del saper fare artigianale un suo punto di forza, di produrre in maniera massiva e valorizzare le capacità di questo territorio. Con l’innovazione tutta la value chain in azienda – dalla progettazione alla produzione e distribuzione – può essere poi connessa in maniera strettissima. E questo non è un upgrade da poco in un territorio che ha nelle fabbriche la caratteristica distintiva e – al contempo – la testimonianza di passato, presente e futuro di un modo di intendere le proprie produzioni con cui l’innovazione dovrà misurarsi. Ma serve un cammino comune, oltre che un comune sentire, fra vari tasselli del sistema: università, startup, imprese e società di servizi. Si torna al punto di partenza quindi. All’individualità che è delizia, ma anche croce: spinta a sfidare mercati ma anche fattore che frena il necessario fare sistema.

Indicazioni e messaggio emergono con chiarezza dall’Osservatorio EY-Confindustria che è andato a studiare la potenzialià economica e il livello di innovazione di questa regione che ha sì un livello di laureati inferiore alla media italiana (15,9% contro 17,6%), ma con Pil pro capite più alto (30mila contro 26.549), un export che pesa per il 14% sul totale nazionale, consumi più alti.

La potenzialità economica è stata indagata attraverso l’analisi dei dati del Regional Competitiveness Index (Rci) della Commissione Europea, analizzati da Confindustria e integrati con dati subregionali per arrivare a un “Index di potenzialità economica” creato proprio con l’obiettivo di valutare le prestazioni e il posizionamento del territorio in base al suo livello di “crescita” (contesto sociale in cui operano le imprese); “competitività” (mercato e ambiente); “attrattività” (capacità di attrarre investimenti e risorse). Il risultato di sintesi dice quindi che questo territorio è un’eccellenza nella crescita (punteggio di 83,1 su 100) e nell’attrattività (83,7 su 100). Dove invece ci sono margini di miglioramento è nella “competitività” (74 su 100). Andando ad analizzare con maggiore dettaglio i dati si vede però che il risultato sta nella media di punti di assoluta forza, ma a fronte di qualche arrancamento. La qualità del capitale umano (elemento che contribuisce nella categoria “crescita”) ha il massimo punteggio (100). Non è lo stesso per l’istruzione terziaria (67,2). Allo stesso tempo l’ampiezza del mercato (80,5) ha come contraltare il grado di maturità del sistema produttivo (39,9).

Va detto che comunque il Veneto si pone fra le regioni di testa quanto a potenzialità economiche, ma anche per livello di innovazione digitale. Questo è un ulteriore indice messo a punto nell’ambito dell’Osservatorio. L’alfabetizzazione digitale non è il problema. Il Veneto è sopra la media (0,87 contro punteggio medio italiano di 0,83) nell’adozione del cloud computing e nell’uso dei social media (0,66 contro 0,63). Da sottolineare poi il punteggio di 0,91 contro 0,86 di media italiana per le imprese con sito web. Dall’altra parte c’è un punteggio inferiore invece nella penetrazione dei pc tra gli addetti delle aziende (0,66 contro 0,74). Punti di forza e debolezza riscontrabili anche nella parte in cui si attesta che si è ricorso ampiamente al digitale per cercare l’efficienza sul contenimento costi (ad esempio con un più alto livello di imprese che comprano online), ma il Veneto si trova indietro rispetto alle regioni eccellenti in termini di digitale come strumento di sviluppo (ad esempio sulle vendite online il Veneto è al 10° posto nella classifica delle Regioni). Punti di forza e di debolezza si hanno infine anche sulle infrastrutture digitali. Il livello di digitalizzazione delle scuole (66% dispone di una connessione in rete cablata o wireless) è in media e nelle scuole venete ci sono 9 alunni ogni Pc (punteggio più alto in Italia). Il 97% della popolazione è raggiunta da rete 3G (0,99 di punteggio) e quasi il 90% dell’Lte mobile (0,96 di punteggio). Sui finanziamenti pubblici, si legge invece nell’Osservatorio, «il Veneto si piazza nelle ultime posizioni nella classifica regionale d’area [...]. I finanziamenti strutturali della Commissione sono destinati prevalentemente alle regioni del Sud».

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