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L’Iit lancia l’umanoide personale: robot di supporto a casa e…

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L’Iit lancia l’umanoide personale: robot di supporto a casa e sul lavoro

Un piccolo robot umanoide capace di svolgere funzioni domestiche e professionali e con un costo, se il progetto andrà in porto come previsto, vicino a quello di uno scooter. A progettarlo è stato l’Iit, Istituto italiano di tecnologia, che lo ha battezzato R1 (nome che inevitabilmente rimanda al robot Artoo, cioè R2, di Guerre Stellari) e definito your personal humanoid, cioè l’umanoide personale. Si tratta di un robottino di design italiano, con altezza variabile da 125 a 140 centimetri (il corpo è allungabile e anche le braccia, queste ultime di 13 centimetri) .

Pesa 50 chili ed è realizzato per il 50% in plastica e per il 50% in fibra di carbonio e metallo. R1, come si è accennato, è concepito per operare in ambienti domestici e professionali con funzioni quali, ad esempio, receptionist, guida, assistente ospedaliero e collaboratore domestico. Il robot è frutto anche della collaborazione tra Iit e la direzione tecnologia e innovazione di Ibm Italia per quanto attiene all’implementazione di applicazioni di intelligenza artificiale e cognitive computing.

La tecnologia che ha permesso di fabbricarne il primo prototipo deriva da quella che portato alla realizzazione del robot ICub, sempre creato da Iit, che è l’umanoide per la ricerca più diffuso nel mondo e di cui R1 è una versione semplificata, se così si può dire, e sicuramente meno costosa.

Il prototipo di R1, infatti, costa circa 50mila euro ma l’obiettivo è di portarlo in produzione industriale su larga scala entro 12-18 mesi, con il coinvolgimento di investitori privati. Questa operazione permetterà di abbattere ulteriormente i costi del robot che, secondo i tecnici del centro di ricerca genovese, dovrebbe arrivare ad avere un prezzo simile a quello attuale di uno scooter.

Il nuovo robottino, spiega una nota, «è progettato studiando le reazioni umane durante l'interazione con lui». Per questo è stato fatto «un lavoro in collaborazione con designer, creativi e neuroscienziati, per capire quali aspetti della forma e movimento del robot lo fanno sembrare più “umano”».

La sua intelligenza artificiale «è studiata e sviluppata direttamente sull’umanoide». E «ha un corpo di nuova concezione, in cui sono utilizzati, attualmente per il 50% della struttura, materiali plastici. Le versioni future incorporeranno materiali intelligenti, come quelli basati su grafene, o biodegradabili, sensori sempre più sofisticati, batterie più efficienti e circuiti incorporati nella struttura stessa del robot».

R1 è stato realizzato in soli 16 mesi, grazie alla collaborazione di una squadra di 22 scienziati e tecnici di Iit guidati da Giorgio Metta, alcuni progettisti industriali dell’area genovese, e un gruppo di industrial & graphic designer, esperti di entertainment e illustratori proveniente da due diverse realtà creative: una di Milano, che ha seguito lo sviluppo del concept creativo e l’individuazione degli scenari di interazione e mercato, coordinata da Andrea Pagnin e Luigi Focanti per 6.14 Creative Licensing. L’altra, di Barcellona, coordinata da Pierpaolo Congiu di Drop Innovation, che ha collaborato con la realtà milanese per la realizzazione del design delle superfici dell'umanoide.

Il volto di R1 è costituito da uno schermo led a colori, le cui facce stilizzate danno al robot le espressioni utili alla comunicazione non verbale con l’uomo. Nella pancia alloggiano, inoltre, i tre computer che governano le capacità del robot, dal calcolo al movimento della testa e al controllo dei sensori.

Una scheda wireless permette al robot di collegarsi alla rete internet, ricavando informazioni utili alla sua interazione con l’uomo o aggiornamenti del suo software. Le mani e gli avambracci del robot sono ricoperti di una pelle artificiale, ovvero un sensore che conferisce al robot il tatto, permettendogli di percepire l’interazione con gli oggetti che manipola.

Infine, per rispondere agli standard di sicurezza, tutti i motori e giunti di R1 sono dotati di una sorta di frizione che controlla il movimento del robot, attenuandolo, durante gli urti.

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