Economia

Ambizioso piano trasporti della Calabria per uscire dall’isolamento

  • Abbonati
  • Accedi
sviluppo dei territori

Ambizioso piano trasporti della Calabria per uscire dall’isolamento

La statale 106 (Ansa)
La statale 106 (Ansa)

La statale 106 ammodernata e finalmente sicura, soprattutto nel tratto Catanzaro Lido- Reggio, una metropolitana regionale per la Calabria interna e una del mare, l’alta velocità ferroviaria dallo Stretto a Roma (in 4 ore utilizzando la direttrice tirrenica, con il passante già realizzato di Afragola), collegamenti adeguati con le regioni del versante adriatico, a cominciare da Puglia e Basilicata, tracciati e stazioni in disuso recuperate, treni merci più lunghi come nel resto d’Europa, potenziamento del trasporto su gomma e di quello aereo. Ma soprattutto il rilancio del porto di Gioia Tauro («non si può più puntare solo sul transhipment») e di un piano operativo per gli altri accessi dal mare. Oltre allo sviluppo dell’area della Sibaritide.

È il miraggio di una Calabria nuova, mobile, attrattiva e internazionale, mai più isolata, arretrata e disconnessa, che il nuovo Piano dei trasporti elaborato dall’assessore regionale Franco Russo – a distanza di vent’anni dall’ultima programmazione – intende realizzare al costo di 6 miliardi di euro, tra il 2023 e il 2033. Qualcosa si muove da subito: con i prossimi fondi del Cipe si avvieranno i lavori per il bacino di carenaggio del porto di Gioia Tauro.
La pianificazione è a medio e lungo periodo e potenzia e mette in rete il sistema dei trasporti, prevedendo la creazione di nuove infrastrutture di comunicazione tra l’entroterra e le coste, per favorire lo sviluppo economico dell’intera regione. Uno strumento che è una speranza per una regione in pericoloso ritardo.
Suddiviso in 10 azioni, articolate ciascuna in 10 punti, il documento, discusso all’interno del Consiglio regionale, attende la delibera entro dicembre. Per il governatore Mario Oliverio «la proposta, intessuta dei problemi della nostra regione, punta su due nodi ineludibili: l’accessibilità esterna e quella interna. Il piano è strumento di mobilità ma anche di crescita e sviluppo».
Nodi e parcheggi di scambio in prossimità delle stazioni, journey planner costantemente aggiornati (anche su web e social), hub per l’interscambio modale, servizi di minicrociere lungo le coste, nuove misure di logistica urbana (bike sharing e trasporto di biciclette su mezzi pubblici), sviluppo e condivisione dell’uso collettivo delle auto, recupero e riqualificazione di sentieri escursionistici e di percorsi rurali e storici, collegamenti a supporto dell’offerta turistica legata al patrimonio naturalistico, ambientale e culturale: la programmazione delineata da Russo è anche smart e sostenibile. Prevede sistemi di mobilità a basso impatto ambientale, l’impiego diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica.
Ordinario di Ingegneria dei trasporti all’università di Reggio Calabria, consulente per i ministri delle infrastrutture di molti governi, compreso Graziano Delrio, ha coniugato la sua rigorosa visione tecnica e scientifica a un approccio anche storico e umanistico; se da una parte insiste sull’innalzamento del rango della ferrovia Jonica o sugli standard di sicurezza per la statale 106, che vanta un terribile primato di incidenti mortali («rientra fra gli itinerari E90, ma non è riconosciuta rete europea e rischia di essere declassata»), se scende nel dettaglio a proposito di infrastrutture e logistica (moduli, sagome, macrolotti, studi di fattibilità) e di misure volte a promuovere la crescita del Pil («basta con l’Obiettivo 1») , dall’altro Franco Russo richiama la Bibbia, l’antica Sibari, l’archeologia marittima e la storia bizantina per riconnettere la Calabria al suo passato glorioso.
È per questo che l’assessore pone in apertura del suo Piano (punto 1 e successivi dell’Azione 1) la formazione: «In questa operazione radicale di rilancio della Calabria i miei partner non possono essere solo gli ingegneri dell’Anas. È necessario che siano coinvolti gli insegnanti, ad esempio, capaci di mettere in pratica le più innovative tecniche pedagogiche – conclude Russo – È inutile pensare all’economia del mare, all’aumento del reddito procapite, se non prepariamo gli studenti a una nuova Calabria, dalle scuole primarie fino alla formazione universitaria».

© Riproduzione riservata