Economia

Credito, garanzie più alte per chi investe

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Credito, garanzie più alte per chi investe

Dopo lunghi mesi di gestazione arriva al traguardo la riforma del Fondo centrale di garanzia. Il riassetto preannunciato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda è ormai pronto: per accedere alla garanzia statale sui finanziamenti bancari le imprese verranno divise in cinque classi di merito, con percentuali di copertura diverse. Un occhio di riguardo sarà riservato alle operazioni finalizzate a investimenti e, per la prima volta, limitatamente a importi inferiori a 120mila euro, ci saranno interventi a rischio tripartito tra Fondi, banche e Confidi autorizzati.

Il Fondo centrale di garanzia si è rivelato negli anni di crisi uno dei principali, se non il più efficace, strumento di politica industriale consentendo di assicurare alle imprese, nel 2015, finanziamenti per 15 miliardi. Tuttavia, in assenza di una riforma, il meccanismo rischia di restare vittima di se stesso, vista la facilità con cui le banche riescono a coprire - fino all’80% - operazioni per imprese che non sono effettivamente colpite direttamente dal credit crunch. Insomma, il pericolo è perdere di vista la missione originaria: facilitare l’accesso al credito per imprese rischiose, anche se economicamente e finanziariamente sane, e quindi, “bancabili”. Con conseguente forte incremento del fabbisogno finanziario del Fondo, che al momento ammonta a oltre 1,1 miliardi per il 2017 e 1,4 miliardi per il 2018.

LE NUOVE COPERTURE IPOTIZZATE
Misure di garanzia diretta e riassicurazione del fondo (Fonte: Ministero Sviluppo economico)

La riforma contiene le contromisure. Si introduce un modello di valutazione simile ai modelli di rating utilizzati dalle banche, graduando le coperture per classi di merito in funzione del valore della probabilità di inadempimento. In questo modo, secondo i tecnici del governo, si potrà limitare l’assorbimento di risorse, al quale comunque bisognerà far fronte con la prossima legge di Bilancio. Nel frattempo, il nuovo sistema sarà formalmente lanciato con un decreto ministeriale dopo l’estate e partirà per le richieste di garanzia sulla Nuova Sabatini e su operazioni relative a portafogli di finanziamenti. L’estensione a regime a tutte le operazioni dovrebbe avvenire invece entro la prossima primavera.

Nella nuova tabella, relativa a garanzia diretta delle banche e riassicurazione del Fondo, l’appartenenza alla quinta classe, quella delle imprese con merito peggiore, non consente l’accesso allo strumento. Nella quarta classe, rispetto all’attuale massimo dell’80%, la copertura scenderà al 50% per i finanziamenti a breve e al 60% per le operazione a medio/lungo termine per esigenze di liquidità. Nella terza classe si passa, rispettivamente, al 40 e al 50%; nella seconda al 30 e 40% e nella prima allo 0% e al 30%. Uguale invece dalla prima alla quarta classe, e fissata al 70%, la copertura per le nuove imprese e i finanziamenti per investimenti (compresa la Nuova Sabatini). Standard anche le coperture per il capitale di rischio (50%) e per startup innovatori, incubatori certificati e microcredito (in questo caso resta l’80%).

Emerge dunque un sostanziale riposizionamento verso gli investimenti, da privilegiare rispetto al finanziamento del mero circolante, in controtendenza rispetto ai dati degli ultimi anni: nel 2015 su 102.607 domande accolte, solo 17.394 sono state autorizzate a fronte di investimento. Quanto alla platea, secondo i test fatti a campione, una larga parte delle imprese (circa il 68%) si colloca tra la terza e la quarta classe. Le imprese non ammissibili sarebbero poco più dell’8% del totale.

Il ministero dello Sviluppo economico punta molto sulla sinergia con le Regioni. L’intenzione è coinvolgerle affinché impieghino le loro risorse per integrare le percentuali di copertura previste dallo strumento nazionale, potenzialmente arrivando fino al “vecchio” 80%.

Il riassetto prevede poi che la controgaranzia del Fondo sia concessa in misura pari all’importo garantito dal Confidi per operazioni di microcredito, nuove imprese e startup, investimenti, di importo ridotto (fino a 35mila euro) e a rischio tripartito. Per tutte le altre operazioni, la controgaranzia è concessa in misura pari alla riassicurazione. Il rischio tripartito, per operazioni fino a 120mila euro, rappresenta una novità: possono concorrere alla garanzia, fino a 40mila euro ciascuno, Fondo centrale, banca e Confidi. In questo caso non si adotta il modello di rating ma la valutazione è delegata interamente a banche e Confidi.

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