
Un’opera da 650 milioni di euro, già finanziata, da mettere in cantiere entro fine 2017 e completare per la primavera 2021, con un impatto minimo sull’ambiente e nessuna interruzione del traffico nei tre anni di lavori tra l’autostrada e la tangenziale. A vederlo sulla carta il progetto preliminare del Passante “di mezzo” di Bologna presentato ieri da Autostrade per l’Italia in Consiglio comunale sembra non presentare falle rispetto ai progetti di cui si discute dal 1986, tra Passante nord e Passante sud, per sbloccare il crocevia (e la croce) del Paese, dove transitano in media 150mila veicoli ogni giorno tra A14 e tangenziale, con code quotidiane chilometriche nelle ore di punta. Uno dei nodi più importanti e congestionati del sistema nazionale dei trasporti.
Il termine “di mezzo” è sparito dai documenti ufficiali, che parlano di “potenziamento in sede” del sistema autostradale e tangenziale bolognese, una soluzione di compromesso integrata nella città su cui partirà al rientro dalle ferie un fitto calendario di incontri e confronti con la popolazione locale (settembre-ottobre 2016), prima di arrivare a formalizzare il progetto definitivo in novembre. L’A14, nel tratto fra Casalecchio di Reno e San Lazzaro di Savena (13,2 km che si intersecano anche con A1 e A13), sarà ampliata a tre corsie più quella di emergenza in entrambe le direzioni. Interventi saranno fatti anche sulla tangenziale che corre parallela e che serve la viabilità urbana, che avrà tre corsie più quella d’emergenza, che diventeranno addirittura quattro nel tratto più trafficato. Con un limite di velocità che sarà però ridotto da 90 a 80 km orari (110 km/h il limite di velocità in autostrada).
Sono state accantonate le ipotesi di “banalizzazione”, ovvero di interscambio fra autostrada e tangenziale: i due percorsi rimarranno separati. L’obiettivo del nuovo progetto è anche integrare urbanisticamente l’opera con il territorio circostante, con la riqualificazione delle aree verdi (e la piantumazione di 130 ettari di fasce arboree e arbustive) , dei sottovia e delle zone circostanti all’arteria per garantire alti standard acustici e di inquinamento. Nell’area di San Donato, inoltre, la parte superiore della galleria antifonica diventerà un parco sopraelevato. Il progetto prevede anche la realizzazione di cinque interventi di completamento della rete viaria di adduzione che la metropolitana bolognese aspetta da anni: il nodo di Rastignano, il Lungo Savena , il nodo di Funo (con l’accessibilità a Interporto e Centergross), la Intermedia di pianura con lo svincolo sull’A13 e la Complanare nord con il nuovo svincolo di Ponte Rizzoli.
Sebbene dal nuovo progetto emerga in modo incontrovertibile il minor impatto ambientale rispetto alle versioni precedenti a nord e a sud della città (saranno espropriati solo quattro edifici contro i 40 del Passante nord e i 30 del Passante sud , risparmiati 180 ettari di suolo, movimentato il 90% in meno di materiale), la soluzione intermedia ha già scatenato la contrarietà di alcuni residenti nella zona più interessata dai cantieri. Sul sito www. passantedibologna.it Comune di Bologna e Autostrade raccoglieranno per i prossimi tre mesi suggerimenti e osservazioni, che verranno ascoltate anche dal vivo con una decina di incontri già programmati.
«Il Passante di Bologna rappresenta una buona pratica a livello internazionale. Il valore del progetto va oltre l’eccellenza ingegneristica, racchiudendo in un’unica soluzione un’alta visione d’insieme e benefici concreti per il territorio e i cittadini bolognesi», ha sottolineato Roberto Tomasi, condirettore generale delle nuove opere di Autostrade per l’Italia presentando ieri in Consiglio comunale il progetto preliminare. Con il Passante, ricorda l’assessore ai Trasporti dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, si completa il tris d’assi delle opere fondamentali per il capoluogo emiliano recentemente sbloccate: il Passante risolve il nodo del traffico veloce in transito attorno a Bologna; il People Mover crea un sistema di collegamento veloce e competitivo tra la stazione alta velocità e l’aeroporto; il Servizio ferroviario metropolitano dà risposta alla mobilità su ferro interna all’area metropolitana.
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