Economia

Taranto, il Mise lavora all’accordo di programma: via…

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LA QUESTIONE INDUSTRIALE

Taranto, il Mise lavora all’accordo di programma: via all’istruttoria

Dopo il Contratto istituzionale di sviluppo, l’area di Taranto, in quanto «area in situazione di crisi industriale complessa», avrà anche l’accordo di programma. È stato deciso al ministero dello Sviluppo economico dove, coordinato dal vice ministro Teresa Bellanova, si è riunito il gruppo di lavoro insediato nelle scorse settimane e composto da ministeri, amministrazioni locali, commissario dell’Autorità portuale e commissario alla bonifica.
L’accordo di programma per Taranto si baserà su un progetto di riqualificazione e riconversione.

Al progetto si giungerà attraverso l’individuazione dei settori dell’economia e del territorio più bisognevoli di sostegno ai fini del rilancio dello sviluppo e dell’accesso agli incentivi. Fissato già un calendario operativo per la costruzione dell’accordo di programma. Invitalia, società del ministero dell’Economia, e le altre amministrazioni pubbliche adesso si muoveranno per censire i fabbisogni sia dei settori economici che dell’area. La bozza del progetto sarà presentata a settembre. Dopodiché le imprese verranno invitate a presentare le manifestazioni di interesse relativamente ai progetti che vogliono attuare. Le manifestazioni di interesse, però, non equivaranno nè a domande, nè a candidature, ma serviranno a una ricognizione e a formulare un quadro conoscitivo per verificare sia le misure finanziarie più appropriate allo scopo, sia la loro dotazione finanziaria. Entro fine anno sono previsti sia la sottoscrizione dell’accordo di programma che il lancio dei bandi a cui le imprese dovranno accedere. Ancora da definire l’impatto finanziario dell’accordo di programma per Taranto. Va detto che il riconoscimento di «area in situazione di crisi industriale complessa» è previsto dalla legge 171 di ottobre 1972 («Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto»). Legge che individuava anche un plafond di 396 milioni di euro (ma solo in parte effettivi) divisi tra infrastrutture portuali, bonifica, «Smart Area» e riqualificazione industriale. Per quest’ultima voce c’era una posta di 30 milioni e da qui probabilmente si partirà per il nuovo progetto. Il Contratto istituzionale di sviluppo, invece, già avviato da Palazzo Chigi da un anno, fa riferimento ad una base di oltre 800 milioni di euro tra risorse stanziate, assegnate e previste per Taranto, ma in larga parte non ancora effettivamente spese. Obiettivo del Contratto istituzionale, di cui l’ultima riunione si è svolta alla presidenza del Consiglio pochi giorni fa presieduta dal sottosegretario Claudio De Vincenti, è quello di consentire l’utilizzo delle risorse e l’avvio dei progetti e dei cantieri. Tra le opere, anche la costruzione del nuovo ospedale «San Cataldo» a Taranto: oltre 200 milioni di euro di investimento. Il Contratto istituzionale di sviluppo è previsto dalla legge 20 di marzo 2015 che disciplina interventi per la città di Taranto e l’Ilva. Nella legge è previsto anche il recupero della Città vecchia di Taranto per la quale proprio il 20 luglio scorso si è chiusa la prima fase – quella della presentazione delle candidature – del concorso internazionale di idee il cui bando è stato lanciato a giugno da Invitalia.

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