Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, col ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, inaugura oggi a Taranto la nuova ala del Museo archeologico nazionale, il «MarTa», com’è chiamato in sigla e che sta a significare Museo archeologico Taranto.
Con l’apertura del secondo piano del MarTa, si completa un progetto di restauro e valorizzazione cominciato molti anni fa – la prima ala ristrutturata del Museo fu inaugurata, dopo anni di chiusura, dall’allora ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli – e caratterizzato da sei cantieri per un totale di circa 15 milioni di euro pubblici spesi. Adesso, giunto al suo 129esimo anno di vita, il Museo di Taranto si presenterà nella versione definitiva: 25 sale che raccolgono e illustrano in modo nuovo le migliaia di reperti tra statue, anfore, vasi, corredi funerari, medaglie, monili e ori, che raccontano 6.500 anni di storia di Taranto.
Il Museo di Taranto è, infatti, uno dei più importanti per comprendere la storia e la civiltà della Magna Grecia. Proprio per questa particolarità l’anno scorso il Museo di Taranto è stato inserito nella lista dei 20 Musei nazionali che hanno una propria autonomia gestionale e finanziaria. Anche il vertice del Museo è stato scelto dal ministero nell’ambito di una selezione internazionale: a Taranto, dallo scorso dicembre, si è insediata come direttrice Eva Degl'Innocenti, pistoiese, ma con esperienze di direzione di alcuni Musei francesi.
Dopo l’inaugurazione dell’ultimo allestimento nel 2013 – venne, allora, alcune settimane dopo l’apertura, l’allora ministro dei Beni culturali, Massimo Bray – , oggi si inaugura il secondo piano che racchiude dalla sala uno all’ottava l’epoca che va dalla preistoria all’età ellenistica. Ad accogliere i visitatori ci sarà un'area che, attraverso un supporto video e computerizzato, presenterà la storia di Taranto ed illustrerà l'imprinting archeologico dato dal 1880 dall'allora ispettore dello Stato, Luigi Viola, considerato il padre del Museo. Il primo piano, tra le sale nona e venticinquesima, copre invece un arco cronologico che va dal IV secolo avanti Cristo all'epoca alto-medievale, con collezioni greche, romane e apule ed i famosi «Ori di Taranto», esposti negli anni passati da Tokyo a Parigi e in una piccolissima parte anche all’Expo di Milano nei mesi scorsi. Al secondo piano è stata collocata una riproduzione, fatta con tecniche moderne, della famosa Persefone, detta anche Dea in Trono, il cui originale è all'Altes Museum di Berlino. Questa statua è stata rinvenuta a Taranto nei primissimi anni del '900 nel corso di scavi archeologici attorno all'Arsenale della Marina Militare.
Dopo l’inaugurazione, sino a domenica il Museo sarà aperto al pubblico gratuitamente. Dopodichè si pagherà il biglietto di ingresso che è stato aumentato da 5 a 8 euro. In questi mesi la direttrice Degl’Innocenti ha lavorato molto per la promozione del Museo. Sono state realizzate diverse iniziative per accendere l’attenzione su questo importante contenitore culturale e farne soprattutto una leva di rilancio economico per Taranto oltre all’Ilva. Puntare sulla valorizzazione culturale di Taranto è del resto anche l’impegno che ha assunto il Governo con varie misure, tra cui il concorso internazionale di idee – appena chiusa la selezione – per il recupero della Città vecchia. Nei mesi scorsi, al Salone del Libro di Torino, la direttrice Degl’Innocenti ha presentato la prima guida del Museo di Taranto riservata ai ragazzi. E il nuovo progetto adesso si chiama “Fab Lab” che sarà ubicata al pian terreno. Costituirà un luogo didattico che, attraverso l’archeologia, punterà a stimolare i giovanissimi. È un passo importante, spiega Degl’Innocenti, verso quel processo di fruizione tecnologica del MarTa che sarà arricchito dal merchandising e vivrà anche sulla piattaforma virtuale.
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