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Sardegna, tre miliardi per il rilancio tra industria, infrastrutture e…

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Sardegna, tre miliardi per il rilancio tra industria, infrastrutture e turismo

L’Italia può crescere solo se il Sud torna a correre. E per far ripartire il motore del Meridione il Governo ricorre ancora una volta allo strumento del «patto» per lo sviluppo che mette insieme fondi europei e nazionali - in parte già stanziati -da spendere su alcuni obiettivi e secondo una precisa tabella di marcia. Dopo Sicilia, Campania, Calabria, Abruzzo e Molise il premier ieri ha fatto tappa prima a Taranto - dove non sono mancate le contestazioni prima della firma del contratto di sviluppo da 857 milioni - e poi in Sardegna per firmare un accordo che vale 2,9 miliardi di euro con interventi sulle infrastrutture - dal potenziamento della rete ferroviaria al completamento della Sassari-Olbia -, ma anche su energia, rilancio industriale, turismo e cultura. A settembre toccherà invece alla Puglia , probabilmente in occasione della Fiera del Levante.

Un tour nel Sud che è «tutt’altro che una passerella» ha detto ieri Renzi rispondendo a chi lo ha accusato di fare uno “spot” con risorse già previste. E ribadendo quanto già detto in mattinata a Taranto: «Dopo anni di assegni a vuoto - ha detto a Sassari dopo la firma del patto con con il governatore Francesco Pigliaru, affiancato dai sottosegretari De Vicenti e Lotti - le cose per il Mezzogiorno stanno cambiando. I patti con i territori sono basati sulla lettura delle realtà, individuando interventi e soluzioni ai problemi reali».

 In Sardegna la firma del patto arriva a conclusione di un percorso iniziato nel settembre scorso. Mettendo insieme fondi europei, di sviluppo e coesione e di cofinanziamento nazionali le risorse in pista per la Sardegna valgono 2,9 miliardi (385 milioni già assegnati, 1,5 miliardi dal Fsc 2014-2020 e un miliardo da altre voci). Fondi così divisi: alle infrastrutture 1,338 miliardi; 730 milioni per ambiente e territorio; 362 milioni per lo sviluppo; 117 milioni per turismo e cultura e 350 milioni per le «infrastrutture sociali». Tra gli interventi infrastrutturali più importanti c’è il completamento del la quattro corsie Sassari-Olbia (previsti complessivamente 300milioni) e il potenziamento della rete ferrovaria (100 milioni del patto più 125 del contratto con Rfi) per rendere concorrenzial i tempi di viaggio tra Cagliari, Sassarie Olbia con quelli su strada. Ci sono anche 117 milioni per il completamento, l’ampliamento e la riqualificazione dei porti principali della Sardegna .

Dal patto arriva anche l’impegno per la costituzione della dorsale metano con le risorse previste dall’accordo di programma quadro per la metanizzazione, visto che la Sardegna è la sola regione italiana che ne è sprovvista. E questo si traduce in maggiori costi per le famiglie e le imprese sarde. Nel Patto ci sono anche il pagamento del debito verso coloro che stanno aspettando gli ammortizzatori sociali dal 2014, e 30 milioni per la ricerca. Spuntano anche 15 milioni per «rendere produttivi - si legge nel patto - gli insediamenti della Maddalena», a cui si aggiungono oltre 30 milioni per le bonifiche Qui il governatore Pigliaru aveva proposto al premier di ospitare il G7 del 2017 «come risarcimento» per il mancato G8 del 2009. Ma Renzi alla fine ha scelto la Sicilia. Ieri però ha ssicurato: «Mi impegno a dare le risposte più efficaci per risarcire quella ferita e atrovare i 20 milioni che mancano ancora».

Il premier non poteva non affrontare anche alcune delle vertenze più calde in Sardegna: «Stiamo seguendo il tema del Sulcis», ha assicurato Renzi. «Ho passato il 1 maggio con gli operai Eurallumina. L’ultima volta nel Sulcis avevo passato un quarto d’ora piacevole circondato, era il 2012, non ero ancora presidente del Consiglio», ha ricordato Renzi, in riferimento alla contestazione degli operai subita quattro anni fa durante le primarie per la scelta del segretario del Pd poi vinte da Bersani. «Continuiamo - ha aggiunto - con tutte le difficoltà del caso». Renzi ha citato anche l’accordo tra Meridiana e gli investitori del Qatar, un’operazione positiva «anche se capisco il dolore di chi sta perdendo il posto di lavoro. Ma l’alternativa era la chiusura». E si è poi soffermato sugli investimenti nello stabilimento Matrica di Porto Torres: «L’Eni - ha ricordato ieri - ha deciso di non procedere alla cessione del settore della chimica verde».

«Se c’è una cosa che mi fa impazzire, della Sardegna, - ha infine concluso il premier - è il senso di appartenenza, il vero antidoto all’apparenza, che sembra essere la chiave di lettura di certa politica. Io proseguirò l’impegno per questa regione, anzi con questa regione».

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