Nella Puglia segnata dalle proteste per la guerra del grano, con Coldiretti regionale che denuncia da luglio del 2015 ad oggi nei porti della regione sono stati scaricati oltre 2milioni di tonnellate di grano estero per fare pane e pasta – in testa, nelle importazioni, Ucraina con più 315 per cento di grano tenero per il pane e Canada col 4 per cento in più di grano duro per la pasta – ci sono realtà, nel Tarantino, che, oltre a puntare su produzioni di qualità, sono diventate anche fornitrici di un gruppo di rilievo come Barilla, stipulando contratti che le mettono al riparo dalla svendita del prodotto.
La qualità è chiamata «grano aureo» e attraverso il consorzio «Global Fresh Fruit» da due anni i produttori cerealicoli tarantini hanno in piedi un contratto di filiera con Barilla che acquista il loro frumento ad un prezzo minimo garantito. Il contratto funziona così: a settembre, prima ancora della semina, viene sottoscritto un accordo. Da un lato le aziende agricole si impegnano a coltivare sui loro fondi frumento rispettando precisi standard qualitativi, tali da garantire al compratore un prodotto «top quality». Dall’altro, invece, Barilla si impegna ad acquistare tutto il loro raccolto ad un «prezzo minimo garantito» prestabilito. Prezzo che può eventualmente aumentare in base a un calcolo basato sulla media, in un determinato periodo, del prezzo del grano duro al listino della Borsa merci di Foggia.
Il contratto di filiera è il primo realizzato nel settore cerealicolo nel Sud e permette di garantire sia i produttori, sul piano del prezzo, che l’acquirente, sul piano della qualità del prodotto e dei quantitativi. Il «grano aureo» è una qualità che si coltiva solo in Italia. Nasce nel 2009, in seguito ad una ricerca e collaborazione del gruppo Barilla con l'azienda «Produttori Sementi Bologna». Col «grano aureo», si evidenzia, si garantiscono parametri d’eccellenza (contenuto proteico e forza del glutine) che classificano questa tipologia come alta qualità, raggiungibile in genere solo in ambienti con condizioni climatiche particolari.
Il consorzio «Global Fresh Fruit» ha sede a Massafra ed è stato costituito da sei soci ai quali, con contratti di produzione annuale, si sono via via aggregate altre aziende. Il primo anno sono state 18, quest'anno 56, mentre per la prossima produzione si prevedono circa 150 produttori. Le aziende si trovano in una zona molto estesa del Tarantino che va da Laterza a San Giorgio Jonico. L’anno scorso i produttori del consorzio hanno raccolto 2mila quintali di grano per un valore di 90mila euro, mentre quest’anno hanno raccolto, sui 150 ettari destinati a coltivazione di qualità, circa 6mila quintali per un valore di 180mila euro. Per l’anno prossimo, invece, è stata assicurata a Barilla la coltivazione di 250 ettari che dovrebbero produrre 10-11mila quintali.
Il presidente del consorzio, Francesco De Filippis, dichiara che viene fornita «anche una consulenza tecnica per accompagnare il produttore durante tutte le fasi della coltivazione, certificando così la qualità del prodotto al gruppo Barilla, fattore che rappresenta una garanzia per il consumatore sulla tracciabilità e bontà del prodotto».
«Ma è nostra intenzione – aggiunge De Filippis – sviluppare la consulenza anche nel marketing e nella pianificazione aziendale. Se uno dei nostri produttori, dopo aver coltivato frumento per anni, deve operare una rotazione agronomica, noi intendiamo offrirgli un nuovo contratto di filiera che gli garantirà, anche per la nuova produzione, la vendita del prossimo raccolto a un prezzo minimo garantito». In tal senso sono in corso contatti per stipulare nuovi contratti di filiera per la coltivazione dei legumi e azioni di ricerca per verificare la possibilità di realizzarli anche per agrumi, melograno, mandorle e piccoli frutti come ribes e more, la cui coltivazione è peraltro incentivata dal nuovo Piano di sviluppo regionale che premia le produzioni realizzate in forma associata».
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