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Rivoluzione nei trasporti merci: al drone di Piaggio il via libera dall’Enac

L’Enac fa volare il drone di Piaggio. Un aereo senza pilota prodotto dalla Piaggio Aero Industries farà voli di sperimentazione per conto dell’Enac, l’autorità dell’aviazione civile. L’obiettivo è individuare requisiti per la definizione di un futuro regolamento europeo per il trasporto merci a fini commerciali con droni, per carichi oltre i 150 kg. Il settore civile è privo di regolamentazione, i droni finora sono stati impiegati solo per scopi militari.

L’attività sperimentale verrà finanziata dall’Enac. L’ente pubblico ha già assegnato un contributo di 800mila euro per i primi sei mesi al raggruppamento temporaneo di imprese che ha presentato il progetto basato sul drone Piaggio, il P.1HH “Hammerhead”, sviluppato per ricognizione e attacco nel settore militare. E’ prevista una seconda fase di ulteriori 18 mesi con successivi finanziamenti pubblici, da definire. Le imprese hanno pianificato un costo complessivo di 8 milioni in 2 anni. Il raggruppamento è composto da Piaggio, con circa il 50%, insieme ad altre due società, la U-Avitalia Srl di Roma per il coordinamento del progetto e il gruppo di logistica Bcube di Casale Monferrato.

«Abbiamo selezionato le imprese con un bando pubblico per un progetto di ricerca, per assegnare i primi fondi che Enac ha stanziato per la ricerca. In totale sono stati stanziati 6 milioni di euro, per varie finalità, in larga parte ancora da assegnare», ha spiegato al Sole 24 Ore Benedetto Marasà, vicedirettore generale Enac. «Abbiamo richiesto che ci fosse già una piattaforma volante. Non volevamo finanziare la costruzione di una macchina nuova».

Questo requisito si è adattato alla perfezione al drone di Piaggio, che ha cominciato i voli sperimentali nel 2013. Un anno dopo sono cominciati i voli del prototipo, a Trapani, comandati da terra da “piloti” dell’Aeronautica militare. Sono state scartate, per ragioni diverse, le altre due aziende che avevano risposto al bando Enac , Flyingbasket e Tecnam.

«Un trasporto merci appetibile non può andare sotto i 500 kg di carico. L’idea è scaturita dai colloqui con alcuni operatori, come le Poste. Per servire le isole minori, come Pantelleria e Lampedusa, la riduzione dei volumi non rende più conveniente l’uso dell’aereo. La posta viaggia in nave. Così ci siamo orientati sulla ricerca di un mezzo più piccolo», afferma Marasà insieme al presidente di U-Avitalia, l’avvocato Donatello Gianni. In caso di utilizzo commerciale il drone _ dicono _ non trasporterebbe posta, ma “merce pregiata”. Potrebbe servire per trasporti sanitari, oppure per raggiungere zone colpite da alluvioni, fino a immaginare l’impiego al posto dei Canadair antincendio.

Le Poste non appaiono nel progetto. Tuttavia, dicono i vertici di U-Avitalia, è stato ipotizzato come “cliente virtuale” Mistral Air, la compagnia posseduta da Poste. L’interesse di Piaggio è creare opportunità di mercato allo “Hammerhead”. L’azienda di Villanova d’Albenga è in forti difficoltà economiche e finanziarie. Dal 2012 al 2014 ha accumulato perdite consolidate per 369 milioni, il bilancio 2015 non è ancora disponibile.

«Il nuovo piano industriale di Piaggio ruota intorno alle grandi potenzialità espresse dal P.1HH, un sistema avanzato che in campo militare ha già ricevuto l’interesse delle Forze armate degli Emirati Arabi Uniti, che ne hanno ordinati 8, e dell’Aeronautica militare italiana», ha commentato Carlo Logli, amministratore delegato di Piaggio Aero. Gli Emirati Arabi possiedono il 100% di Piaggio attraverso Mubadala. Il valore del contratto di acquisto degli 8 droni è di 316 milioni di euro. E’ stato ipotizzato che anche l’Aeronautica militare italiana acquisisca sei droni Piaggio, si parla di un comodato gratuito. Il 31 maggio un P.1HH poco dopo il decollo da Trapani è precipitato in mare, per ragioni misteriose. Nelle stesse ore era in partenza per Abu Dhabi, a bordo di un aereo cargo Antonov, il primo degli otto droni Piaggio ordinati dagli Emirati Arabi.

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