Economia

La necessità di alimentare il circolo virtuoso

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L'Analisi|Industria

La necessità di alimentare il circolo virtuoso

Alimentari. Ma anche farmaceutica, gomma-plastica, legno, apparati elettrici e mezzi di trasporto. Il crollo del comparto energetico peggiora un poco le medie ma anche uno sguardo al settore manifatturiero in senso stretto non offre particolari motivi di conforto. Il secondo calo consecutivo della produzione industriale nazionale registrato dall’Istat peggiora ulteriormente il già magro bottino faticosamente accumulato nei primi mesi dell’anno, abbattendo il bilancio del primo semestre ad un risicato +0,8%. Un risultato non certo brillante, soprattutto alla luce del quadro complessivo di riferimento. Seppure con intensità minore rispetto ai mesi precedenti, anche per luglio l’Istat registra un calo dell’indicatore anticipatore dell’economia ed è quindi probabile che la situazione di debolezza in termini produttivi non sia destinata ad esaurirsi a breve.

Nel primo semestre dell’anno la produzione di auto resta positiva di oltre otto punti percentuali ma la novità vera è il dato di giugno, primo calo tendenziale per il settore dal magggio del 2014. Il venir meno di questo sostegno, che per l’intero 2015 aveva sostenuto le medie della produzione mascherando in parte le debolezze di altri comparti, mette a nudo la fragilità del nostro percorso di ripresa, su cui ora si innestano nuove nubi sul fronte internazionale. Nei primi sei mesi del 2016 a pesare è soprattutto il rallentamento degli acquisti dai Paesi extra-Ue, una caduta quasi corale che coinvolge i precedenti motori del nostro export. Attentati, guerre, colpi di Stato e Brexit si innestano su uno scenario di rallentamento del commercio internazionale già in atto da tempo ed è quindi altamente improbabile che sia l’export a poter trainare il prodotto interno lordo italiano nei prossimi mesi.

Ma se per l’andamento delle vendite olterconfine le variabili in gioco sono chiaramente al di fuori del nostro controllo, non altrettanto si può dire per consumi e investimenti, che al momento rappresentano le poche aree moderatamente positive per la nostra economia. La crescita dell’occupazione è in effetti un “carburante” prezioso, buste paga aggiuntive in grado di alimentare una ulteriore crescita dei consumi, così come di riattivare l’asfittico settore dell’edilizia. I segnali qui restano incerti, con una forte crescita delle compravendite e un aumento di fiducia degli operatori del settore a cui tuttavia si contrappone ancora una produzione nelle costruzioni in frenata. È la scommessa del Paese, l’attivazione di un circolo virtuoso che ci porti oltre gli zero virgola. Le poche risorse disponibili sarebbe bene utilizzarle qui.

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