Economia

Dossier Cambiamento di portata epocale che non può essere eluso

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    Dossier | N. 18 articoliAuto aziendali e mobilità business: ecco tutte le nuove tendenze e le dinamiche del mercato

    Cambiamento di portata epocale che non può essere eluso

    Macchine che parlano con le macchine, macchine che parlano con i prodotti, prodotti che parlano con i prodotti. L'industria italiana ha messo a regime negli anni più recenti la componente di tecnologia incrementale che tutti i giorni prende la strada dei mercati globali sotto forma di prodotti ad alto contenuto innovativo. È stato il valore aggiunto delle esportazioni made in Italy negli anni della grande crisi, dal 2008 in avanti, con l'Italia che ha perso un quarto della sua produzione industriale ma che ha resistito solo grazie alle vendite all'estero. Parliamo naturalmente della parte più evoluta del sistema, l'avanguardia tecnologica dell'industria italiana. Gli altri non ci sono più. Le fabbriche che parlano con le fabbriche, i settori che parlano con i settori, i sistemi che parlano con i sistemi. Nel segmento più alto dell'evoluzione industriale, quando sono più imprese a dover lavorare insieme, sistema italiano ed europeo in generale (Germania esclusa) necessitano di più di una messa a punto. Non a caso i Governi e i Parlamenti dei principali paesi industriali europei sono al lavoro per mettere a punto pacchetti di misure per Industria 4.0. Francia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna hanno predisposto gli strumenti per la nuova industria e provano a metterli a regime. In Italia la commissione industria del Senato guidata da Guglielmo Epifani ha svolto un importante lavoro preparatorio. Il Governo ha lavorato a un pacchetto di misure specifiche per l'intreccio tra manifattura e tecnologie digitali. Dovevano essere presentate prima dell'estate, ma poco importa: il rinvio a settembre cambia nulla nella sostanza, visto che le misure saranno inserite nella legge di stabilità e approvate entro fine anno. Allo studio ci sono un super ammortamento del 200 per cento per investimenti digitali mirati, un plafond di due miliardi per finanziamenti a tasso agevolato e la destinazione proprio a Industria 4.0 di parte del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese. La direzione è giusta, bisogna fare tutto al più presto. Resta da sciogliere il nodo della banda ultralarga nei distretti produttivi. Poter utilizzare i fondi Ue per fa raggiungere alle imprese i livelli di copertura europei sarebbe determinante. Su questo c'è da lavorare, e molto, a Bruxelles.

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