«Non c'è alcun dubbio: la Versilia deve puntare sull'arte contemporanea per prolungare la stagione balneare e affermarsi a livello internazionale». Paolo Carli, presidente e amministratore delegato della Henraux di Querceta, una delle più importanti aziende versiliesi del marmo, 40 milioni di fatturato (possiede cave e laboratori di trasformazione e da sempre collabora con architetti e artisti internazionali), è il più acceso sostenitore dell'arte come driver dello sviluppo del territorio.
In quest'ottica Carli ha creato la Fondazione Henraux che promuove un premio internazionale di scultura diretto ai giovani, la cui terza edizione è stata appena vinta da Daniele Guidugli, e ora torna a spronare le istituzioni: «In Versilia l'arte si produce realmente - spiega Carli - perché ci sono il marmo, la storia, laboratori e fonderie, manodopera e competenze, e abbiamo un territorio che affascina e ispira. Ma non abbiamo neppure un museo d'arte contemporanea. E pensare che gli artisti internazionali, che si servono delle fonderie e dei laboratori della zona spesso in modo anonimo, farebbero a gara per venire a esporre qui. Ci vorrebbe un progetto a tre-cinque anni per portare grandi progetti internazionali: non possiamo solo utilizzare piazze e chioschi da giugno a settembre per fare qualche mostra». Invece gli ostacoli per il decollo della Versilia amata da Botero e Mitoraj, da Folon e Cascella, da Henry Moore e Kan Yasuda come centro di produzione artistica mondiale restano tanti: «Bisognerebbe che i Comuni della Versilia fossero più uniti - conclude Carli, che ha realizzato le opere in marmo dell'artista albanese Helidon Xhixha esposte fino al 25 settembre a Pietrasanta, Forte dei Marmi e Lido di Camaiore - e che, invece di darsi le gomitate, collaborassero per il rilancio del territorio. Che l'arte sia l'elemento su cui puntare per destagionalizzare è scontato, ma cosa si aspetta?».
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