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Statale 106: per l’«eterna incompiuta» arriva la svolta

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Statale 106: per l’«eterna incompiuta» arriva la svolta

Quasi 500 km da Gioia Tauro a Taranto: la Statale 106, che si sviluppa lungo la costa ionica, lambendo Calabria, Puglia e Basilicata, è la strada che, nel tratto calabrese, registra il più alto tasso di mortalità (3,8 decessi per 100 sinistri). Le ultime vittime, due giorni fa, nel cosentino. Tra sospette ingerenze della criminalità, inchieste della magistratura, rinvii, varianti e trasversali di collegamento, i lavori iniziati negli anni Venti non sono mai finiti. Da un secolo la «Route 106», in Calabria, è un’ incompiuta.

Ma con l’approvazione da parte del Cipe del progetto definitivo del «Primo lotto del Megalotto 3», relativo ai 18 chilometri iniziali del tracciato, compreso tra Sibari e Roseto Capo Spulico (38 km in tutto), cambia la prospettiva. Già si intravvede una nuova strada a quattro corsie, due per ogni senso di marcia, con spartitraffico centrale: 1,2 miliardi di euro l’investimento. Con la benedizione del premier Matteo Renzi, che in occasione della riunione del Comitato ha dichiarato: «La scelta più significativa e importante dell’odierna seduta è l’approvazione del progetto definitivo dei primi 18 chilometri del primo lotto del Megalotto 3 della S.S.106 e la definizione del finanziamento necessario per il completamento dell’intero intervento».

In una regione che ha bisogno urgente di ripartire, il via libera ai lavori è «una spinta alla rinascita di un territorio che diventa anche uno snodo strategico del corridoio adriatico, rendendo la Calabria più accessibile», come ha dichiarato il governatore Mario Oliverio che in passato ha più volte sollecitato l’iter di approvazione del progetto (già validato dall’Anas).

Il piano complessivo di riqualificazione definito dall’Anas prevede per la S.S.106 in Calabria (che è a 4 corsie per 67 km) interventi volti a «massimizzare la resa degli investimenti, con l’obiettivo di migliorare gli standard di servizio, innalzare il livello di sicurezza con costi e tempi sostenibili riducendo nel contempo l’impatto ambientale dell’infrastruttura e determinando una ricaduta economica immediata sul territorio». Qui l’elenco dei cantieri aperti. Quelli per il Megalotto 3 partono nel 2017.

Per l’associazione «Basta Vittime sulla Strada Statale 106», l’approvazione del Cipe segna un momento storico: la strada calabrese era stata progettata ai tempi del fascismo, il 17 maggio del 1928, con il provvedimento costitutivo numero 1.094. Negli ultimi sei mesi ha raggiunto il triste primato di una vittima ogni 13 giorni.

Ma c’è anche chi contesta: il Comitato dei cittadini dell’Alto Ionio ritiene che il progetto sia dispendioso, più del raddoppio dell’esistente E90. «Non tiene nemmeno conto dei terreni e dei vincoli ambientali e paesaggistici ai quali sono sottoposte vaste aree, nonostante la concreta possibilità di realizzare tracciati alternativi», denuncia il portavoce, l’avvocato Rinaldo Chidichimo.

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