La digitalizzazione dei processi produttivi e distributivi sta entrando anche nelle filiere e nell’industria di trasformazione alimentare. Pur essendo il primo Paese in Europa per valore della produzione, l’agroindustria nazionale ha però ancora molta strada davanti a se per entrare a pieno titolo nell’era 4.0. Ma è in buona compagnia. Un studio del Nationl centre for universities and business segnala che in tutta Europa i principali competitor del food - Francia e Germania in primis - devono ancora approcciare con efficacia le opportunità offerte dall’applicazione delle tecnologie e dei sistemi digitali.
Qualche passo è stato comunque già fatto. Tre gli ambiti di intervento, come suggerisce un’analisi di Sda Bocconi: quello dell’origine delle materie prime, cioè i campi, le serre e gli allevamenti; i centri di trasformazione industriale; la catena della distribuzione che termina con il cliente. Ognuna di queste tre componenti ha avviato e sta applicando sistemi digitalizzati, ma si tratta ancora di un grande ciclo aperto che, invece, deve chiudersi per permettere il dialogo - tramite reti e cloud computing - tra i vari protagonisti della supply chain. Ad esempio trasmettere al consumatore informazioni nutrizionali, sull’origine dei prodotti e della materie prime, sui processi di lavorazione e altre notizie utili. Informazioni che devono per forza transitare lungo tutta la catena in una sorta di schema di andata e ritorno.
Ed è in questa rete ancora tutta da costruire che si consoliderà - spiegano gli analisti - la fidelizzazione del cliente consumatore, fino ad arrivare a confezionare alimenti su misura per gruppi di consumo.I Big Data sono il futuro più prossimo per poter gestire le indicazioni di una popolazione mondiale stimata in circa nove miliardi di persone al 2050. Ma è proprio per affrontare questa domanda in continua crescita di alimenti che Agricoltura 4.0, Food 4.0 e Distribuzione 4.0 devono al più presto affrontare una profonda evoluzione.
Per quanto riguarda campi, allevamenti e serre l’adozione di sistemi digitali e satellitari (Gps) consente di risparmiare risorse importanti quali acqua, suolo e fertilizzanti. Il rispetto dell’ambiente - in una parola la sostenibilità - sarà sempre più elemento distintivo di una moderna e avanzata agricoltura. La digitalizzazione, inoltre, permette di perseguire la tracciabilità e la rintracciabilità delle materie prime. Dal mangine dato alla mucca fino alla fetta di carne sul banco del macellaio o del supermercato. Sistemi già oggi operativi sia con i vecchi codici a barre ma soprattutto con le nuove applicazioni di Rfid e con i chip in etichetta.
Da parte sua, l’industria di trasformazione alimentare avrà un costante monitoraggio delle materie prime in ingresso, una migliore gestione delle linee di produzione e dei magazzini, un minor scarto perchè il controllo digitale delle macchine automatiche comporta processi più veloci e precisi. L’introduzione della digitalizzazione in fabbrica, inoltre, dà la possibilità di gestire anche piccoli lotti di ordini “personalizzati” sulle richieste di gruppi di clienti. Una maggiore flessibilità applicata agli impianti produttivi ne migliora l’utilizzo e le performance di produttività.
Fondamentale la digitalizzazione nell’approccio alla distribuzione, sia la Gdo sia il dettaglio. Soprattutto là dove si sta andando sempre più alla specializazzione in outsourcing nella gestione della supply chain (la catena logistica) e del magazzino prodotti finiti. Anche in questo caso gli obiettivi sono la migliore freschezza degli alimenti con un ricambio più celere sugli scaffali, la rintracciabilità del prodotto stesso, la diffusione di informazioni utili al consumatore. Una vetrina di tutto ciò è stato possibile osservarla durante i sei mesi di Expo a Milano, nel padiglione Coop dedicato al supermercato del futuro. Dove ogni singola confezione forniva, con etichette elettroniche e chip, notizie sull’origine e sulla lavorazione. Ma anche indicazioni su come cucinare o assaporare quel determinato cibo.
Automazione industriale, predisposizione di software sempre più specifici ed elaborati, analisi dei dati sia produttivi che di marketing saranno le chiavi interpretative perche anche l’agroindustria italiana compia il salto generalzione nel 4.0.
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