Economia

Dossier La carta cerca argini all’invasione cinese

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    Dossier | N. 6 articoliLe politiche dei dazi

    La carta cerca argini all’invasione cinese

    Gli iPad e la crisi. Meno carta grafica per i quotidiani così come quella patinata per le riviste. Meno mercato in Europa e sempre più carta “Made in China”, eccedenza di una produzione sterminata e sussidiata. In questo quadro, nel 2011, proprio il “paper” è stato il primo settore cui Bruxelles ha riconosciuto, per la prima volta, la legittimità di dazi “antisovvenzione” (anti-subsidy) in combinato disposto con quelli antidumping contro le importazioni low cost dalla Cina .

    «Nel 2011 – spiegano da Assocarta – siamo riusciti ad ottenere dalla Commissione europea dazi anti-subsidy per il 12%, che sommati all’8% dei dazi antidumping, hanno messo finalmente la carta fine di produzione cinese fuori mercato».

    Un risultato ottenuto grazie all’intervento della organizzazione della Confederation of European Fine Paper Industries (di cui l’italiana Assocarta fa parte), che è riuscita a fermare l’ingresso della carta patinata sottile da stampa nei paesi dell’Unione.

    Lo spartiacque è stato il 2009. I cinesi hanno iniziato a vendere la propria carta fine in Europa a prezzi inferiori anche del 30% rispetto a quelli reali di mercato. Inoltre, durante la crisi del 2009, il mercato si è contratto di circa il 25 per cento.

    A questo punto, la presenza cinese è raddoppiata. Intanto, sui dazi è stato chiesto il rinnovo.

    Per ora vige la proroga provvisoria, in attesa del sì definitivo, per altri 5 anni. Se tutto andrà bene, saranno riconfermate misure con aliquote complessive tra il 20 e il 30 per cento.

    Mentre gli Usa hanno appena rinnovato le loro, mettendo il dazio di entrata all’import cinese di carta al 100 per cento.

    Del resto, gli Usa furono anche i primi ad adottare, nel 2008, una politica dei dazi antidumping verso le cartiere cinesi che, secondo le autorità americane, ricevevano, allora, aiuti statali tra il 10 e il 20 per cento.

    L’Italia è il 4° produttore europeo (10% dei volumi del perimetro continentale) dopo Germania, Svezia e Finlandia.

    La produzione 2015 di carta e cartone ha superato gli 8,8 milioni di tonnellate (+2,2%) e quasi 7 miliardi di euro di fatturato (+3,3%): risultati ben lontani dai 10 milioni di tonnellate del 2007. L’Italia esporta molto, dal 40 al 70% della produzione. Ed è un’esportazione di valore (come nel caso delle carte grafiche patinate), visto che è pari a 4 miliardi di fatturato, cioè oltre il 50% del fatturato del settore.

    La bilancia commerciale così ha potuto raddoppiare a 289 milioni il saldo attivo. Mentre l’export cinese è circa l'1% della produzione Ue.

    Tuttavia, l’industria cartaria italiana si dice preoccupata dal possibile riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina.

    Perchè secondo uno degli studi più recenti – quello dell’Economic Policy Institute – il sì al nuovo status metterebbe a repentaglio sino a 15 mila posti di lavoro diretti nel settore cartario europeo e almeno un migliaio di posti di lavoro in Italia.

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