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Dossier Ivrea vuole tornare alle origini

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    Dossier | N. 18 articoliAuto aziendali e mobilità business: ecco tutte le nuove tendenze e le dinamiche del mercato

    Ivrea vuole tornare alle origini

    Olivetti (Olycom)
    Olivetti (Olycom)

    «Questo territorio è riuscito a passare dall'80% di addetti impiegati nella grande impresa all'80% impiegati ora nelle Pmi. Parliamo di un esempio unico in Italia». Fabrizio Gea, presidente di Confindustria Canavese sa che in questo elemento distintivo c'è tutto il segno della sofferenza di un territorio che ha dovuto far i conti con la rassicurante presenza (prima) e la pesante assenza (poi) di un colosso come la Olivetti. «Allo stesso tempo - spiega Gea - tutto questo è anche segno di determinazione, e di caparbietà».

    Il Canavese, la zona del Piemonte nord occidentale che fa capo ad Ivrea, dal punto di vista economico ed industriale ha seguito, e spesso anticipato, tutte le principali evoluzioni produttive: dalla meccanica, all'elettronica, all'informatica, alle telecomunicazioni, ai servizi all'impresa ed alle persone. Questa fama e queste competenze, dovute in passato principalmente alla presenza della Olivetti e del settore degli stampi e delle macchine utensili, non sono andate disperse ed oggi sono racchiuse in centinaia di piccole medie e grandi imprese che continuano a generare prodotti di qualità e servizi specializzati e che si occupano di meccatronica, meccanica di precisione, parti per automotive, informatica, stampaggio plastica, biologia e scienze della vita, produzioni televisive e progetti di entertainment (si è parlato anche di collaborazioni con Netflix), e molto altro ancora, in una visione di industria 4.0.

    «L'esperienza olivettiana è stata determinante per un territorio come il Canavese. Proprio da quella esperienza sono stati trasmessi quegli elementi di dinamismo che hanno caratterizzato e stanno caratterizzando la fase post-olivettiana», spiega Enrico Vezzetti, docente del Politecnico di Torino.

    Certo è che il territorio si è dovuto reinventare. Oggi nella patria della Olivetti ci sono aziende leader nella trasformazione dell'acciaio, per esempio. «Il 50% della trasformazione dell'acciaio in Italia, e il 10% sul totale Europa, si fa qui», precisa il numero uno degli industriali, Fabrizio Gea. Insomma, una piccola Ruhr. Ma elettronica, informatica, meccatronica, produzioni per il mondo automotive hanno creato un panorama composito con oltre 14mila occupati nell'industria contro i 30mila negli anni 70 dei quali 21mila erano in forze alla Olivetti. Nello stesso tempo da 90 Pmi industriali e di servizi si è però passati a quota 494. E gli occupati in piccole e medie imprese sono saliti all'86 per cento.

    In un territorio in cui il reinventarsi è stato il pilastro sul quale è stato costruito questo presente, si guarda con grande trepidazione a un futuro in cui industria 4.0 rappresenta la sfida, ma anche una grande miniera di opportunità. È per questo, ad esempio, che Confindustria Canavese, in qualità di driver economico di territorio, sta sviluppando in dialogo con la parte politica, un vero e proprio Piano Industriale del Canavese, partendo da dieci anni di studi e ricerche, sul sistema economico-industriale-territoriale, racchiusi in un volume intitolato “Strategie per il Canavese: dieci anni di studi e ricerche sul territorio”. Un processo, quindi, pensato come un percorso di ascolto e di raccolta delle sensibilità e dei desiderata delle imprese e dei principali stakeholder locali, che porterà a mappare in modo allargato le principali priorità di territorio, individuando un'efficace e inclusiva metodologia di lavoro che consenta di realizzare quanto definito e condiviso tra tutti gli attori coinvolti.

    Tra i progetti innovativi proiettati verso un concetto di industria 4.0 dove l'innovazione si “tocca con mano” grazie a un processo di inclusività e di condivisione, vi è quello relativo all'individuazione di un polo di eccellenza, di attrazione di talenti, di contaminazione dei saperi, capace di sperimentare e promuovere visioni imprenditoriali illuminate da una forte spinta digitale unitamente ad una preziosa valorizzazione del deposito di conoscenze. Confindustria Canavese sta così dialogando con Assinform, Confindustria Digitale e Uncem Piemonte, proponendosi come “Digital innovation hub” all'interno dello schema individuato da Confindustria nazionale nel suo Piano per industria 4.0 (si veda anche Il Sole 24 Ore del 4 agosto).

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