Economia

L’arredobagno punta sull’estero

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L’arredobagno punta sull’estero

Anni e anni a ripetere che l’Italia – e l’industria italiana – deve imparare a fare sistema e sinergie. E finalmente qualcosa si muove. Avviene nel settore arredobagno dove, per fare argine al calo dei consumi che ha pesato soprattutto in Italia, produttori e distributori hanno cominciato a unire le forze, escogitando iniziative anche in comune per spingere le vendite.

Certo, ci è voluta una crisi profonda e lunghissima che – nel caso dell’arredobagno italiano – tra il 2009 e il 2014 ha lasciato sul campo diverse aziende ed è costata un calo delle vendite del 4%.

Ma il 2015 è stato l’anno della ripresa, con un recupero dell’1,3% della produzione, che ha sfiorato i 2,6 miliardi di euro, e un ritorno del segno positivo (sebbene lievissimo, dello 0,2%) anche sul mercato italiano. Il 2016 dovrebbe consolidare questa ripresa, assicura Mauro Guzzini, presidente di Assobagno, anche alla luce degli ottimi risultati registrati durante l’ultimo Salone del Mobile di Milano, lo scorso aprile: «I segnali che ci arrivano dai nostri associati per i primi sei mesi dell’anno sono positivi - spiega – anche se fotografano una stabilizzazione delle vendite più che una crescita». Dopo un primo quadrimestre di incrementi importanti, maggio e giugno sono stati all’insegna della stabilità, con una novità importante, ovvero che l’Italia sembra continuare la tendenza al recupero, mentre qualche Paese estero si è fermato.

LA TOP TEN DELL’EXPORT
I principali Paesi di destinazione dell'arredobagno italiano, gen-dic 2015 e var% sul 2014 (Fonte: Centro Studi FederlegnoArredo su dati Istat)

Segno che gli incentivi fiscali del governo (il bonus mobili in vigore da metà 2013) hanno funzionato. Ma segno anche della vitalità delle aziende che, dice Guzzini, «hanno saputo investire per innovare tanto il prodotto quanto le strategie di distribuzione». Ha inoltre premiato la collaborazione sempre più stretto tra Assobagno e Angaisa, l’associazione dei rivenditori.

Tre sono, secondo il presidente di Assobagno, i driver che dovrebbero guidare gli investimenti degli imprenditori per crescere sia in Italia, sia sui mercati esteri, che rappresentano il 45% del fatturato del settore e sono destinati ad acquisire sempre maggiore peso. Ricerca e sviluppo di materiali e tecnologie innovative finalizzati al risparmio di energia e acqua; riorganizzazione dell’architettura di interni, secondo una tendenza che già si nota da qualche tempo negli hotel e nei resort di lusso e che andrà diffondendosi ulteriormente nei prossimi anni, almeno nel segmento alto del mercato: una sorta di «split» dell’ambiente bagno, che alla tradizionale area di servizio aggiunge delle aree dedicate al beauty o al relax, spesso adiacenti alle camere da letto. Infine, lo sviluppo del canale contract e delle grandi forniture, soprattutto all’estero, che vedrà sempre di più spesso i produttori di arredobagno assumere il ruolo di “main contractor” nella gestione di progetti di architettura e interior.

«Ma il contract non è un settore facile – precisa Guzzini – per questo le aziende del bagno devono lavorare in sinergia tra loro o con quelle di altri settori, in particolare la cucina, o con i distributori». Aggregazioni, dunque, e reti di impresa sono la strategia giusta per affrontare mercati come la Cina, il Medio Oriente o gli Stati Uniti. Questi ultimi in particolare, che nel 2015 hanno registrato un aumento di vendite del 13,4% e insieme alla Germania (primo mercato di sbocco del comparto) rappresentano uno il principale obiettivo delle iniziative per l’internazionalizzazione promosse da Assobagno: incoming di buyer, missioni B2B e partecipazione a fiere, come l’Ish di Francoforte, dove le aziende del bagno italiano saranno presenti con uno stand collettivo di 800 mq promosso insieme a FederlegnoArredo Eventi per presentare la filiera come un’unica grande azienda.

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