Economia

Tlc pronte alla sfida innovazione

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la stagione dei rinnovi

Tlc pronte alla sfida innovazione

Entra nel vivo il confronto sul rinnovo del contratto collettivo nazionale dei lavoratori nel settore telecomunicazioni. La piattaforma sindacale è stata presentata a inizio maggio dalle organizzazioni confederali di categoria ad Assotelecomunicazioni-Asstel, che rappresenta nel Sistema Confindustria la filiera delle Tlc. Il primo confronto c’è stato il 6 luglio. Prossimo incontro il 23 settembre.

È scaduto alla fine del 2014 il Ccnl che interessa 130mila addetti di un settore che nel 2015 ha registrato una stabilizzazione dei ricavi , ma che dal 2008 ha lasciato sul terreno 11 miliardi di euro. La contrattazione basata su due livelli, nazionale ed aziendale, «dovrà essere reattiva e pronta alla sfida dell’innovazione» e «solo spostando il baricentro sempre di più sulla contrattazione aziendale virtuosa sarà possibile consentire alla filiera di raggiungere maggiori livelli di produttività, competitività, efficienza e qualità», ha dichiarato il presidente Asstel, Dina Ravera, a valle del primo incontro con le controparti sindacali. «Il contratto nazionale delle Tlc si è sempre connotato per la ricerca di soluzioni innovative ed equilibrate», spiega dal canto suo il direttore di Asstel Laura Di Raimondo aggiungendo che occorre «continuare su questa strada, anzi migliorarci anche tenendo conto dello scenario che si prospetta».

Parte datoriale e sindacati, nel frattempo, il 30 maggio hanno raggiunto un accordo per la gestione dei rapporti di lavoro nei cambi d’appalto per le attività di call center (le cosiddette clausole sociali). Quell’accordo, già operativo, rientrerà nel nuovo Ccnl. Dinamica, questa, che si vorrebbe replicare sul tema dei controlli a distanza (articolo 4 della legge 300) con la stesura di linee guida ad hoc. Su questo punto pare tuttavia difficile che si arrivi a un accordo prima di un rinnovo per il quale i sindacati chiedono di fare presto. «Proveremo a stringere i tempi per chiudere entro la fine dell’anno. Il contratto è scaduto da due anni . I lavoratori del settore meritano un rinnovo adeguato e in tempi rapidi», dice Giorgio Serao (Fistel Cisl). Massimo Cestaro (Slc Cgil) auspica dal canto suo una «chiusura in autunno. C’è ormai un tema di potere d’acquisto dei lavoratori che è ineludibile». Ma perché i due anni di attesa? «Si è aspettato – replica Salvo Ugliarolo (Uilcom Uil) – perché le condizioni del settore lo richiedevano. Ora si può e si deve andare a un’accelerazione per arrivare a un rinnovo che tenga conto delle aspettative di lavoratori e lavoratrici».

Sulla parte economica la piattaforma sindacale indica un «costo complessivo del rinnovo contrattuale per il triennio 2015-2017 al 7%». Non si parla di cifre perché l’aumento riguarderà non solo la parte in busta paga come testimonia anche la richiesta di «incremento del versamento aziendale al fondo di previdenza integrativo “Telemaco”». Mesi era si era parlato di 120 euro, ma era in sostanza un limite teorico: +7% senza considerare le altre misure oltre agli aumenti in busta paga. Comunque le organizzazioni sindacali al momento circola l’idea di non poter scendere sotto gli 80 euro di aumento in busta paga.

La piattaforma ovviamente non si limita alle richieste economiche. C’è per esempio la richiesta di istituire «organismi di certificazione “etico-sociale-qualitativa”» paritetici per certificare le imprese fornitrici di servizi (questione che investe in particolar modo il campo dei contact center) . Sul tema formazione i punti chiave sono il miglioramento dell’ente bilaterale, l’introduzione di una soglia minima di formazione, l’istituzione della figura del delegato alla formazione. Corposa infine la parte su diritti e tutele. Si va dalla richiesta di istituire una commissione sui dati relativi allo stress da lavoro, all’estensione erga omnes della sanità integrativa contrattuale, alla revisione dell’inquadramento del personale con l’inserimento di professionalità inerenti il comparto Ict, alle ferie “solidali”.

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