Economia

Incrementi stagionali in attesa di conferma

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L'Analisi|prezzi al consumo

Incrementi stagionali in attesa di conferma

È soprattutto il fattore stagionale a caratterizzare il dato provvisorio dell’inflazione in agosto. I numeri nella loro interezza dicono che per il settimo mese consecutivo l’Italia è in area di deflazione. Ma all’interno delle voci rilevate dall’Istat si intravvedono posizioni che potrebbero annunciare variazioni più significative dell’inflazione nei prossimi mesi, così come auspica l’ufficio studi di Confcommercio. Certo, siamo ancora ben distanti dall’obiettivo 2% fissato dalla Bce: sia in Italia che in Europa il tasso inflattivo di agosto è fissato allo 0,2 per cento. Sul risultato nazionale ha influito, da una parte, l’attenuarsi del calo dei prodotti energetici non regolamentati, dall’altro l’accelerazione degli alimentari non lavorati. La componente energetica continua comunque a essere la base principale della deflazione: al netto di questi beni - segnala l’Istat - l’inflazione è posotiva e stabilmente pari al +0,6%. Dopo mesi di stabilità, accentuata anche dal basso livello dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli, gli alimentari non lavorati hanno registrato rincari consistenti. La motivazione è tuttavia stagionale: i prezzi di frutta e ortaggi freschi sono cresciuti perchè quest’anno l’offerta è stata piuù regolare e i centri all’ingrosso hanno mantenuto listini con livelli soddisfacenti. Si spiegano così anche gli aumenti messi a segno alla voce “servizi” dal trasporto aereo, da quello marittimo e ferroviario e dai Servizi ricreativi e culturali. Anche i prodotti a maggiore frequenza di acquisto evidenziano un analogo andamento. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza sono fermi su base mensile e registrano un aumento su base annua pari a +0,1% (era -0,1% a luglio). La stabilità congiunturale dei prezzi in agosto - siega l’Istat - è la sintesi di aumenti da un lato e diminuzioni dall’altro dei prezzi, rispettivamente, degli alimentari freschi e dei carburanti. La stagione estiva e quella delle vacanze evidenziano storicamente incrementi di prezzo. Ora occorre verificare se gli incrementi congiunturali saranno confermati a livello tendenziale. Solo così il tasso di inflazione potrebbe spostarsi in un area più positiva e allontanare lo spettro della deflazione. È evidente, comunque, che senza una robusta ripresa dei consumi interni, ben difficilmente si potrà arrivare in breve tempo a un tasso inflattivo almeno vicino al due per cento. La ripresa del Paese passa infatti da un insieme di fattori che, tutti assieme, concorrono a dare maggiore forza al vòlano dell’economia, a cominciare dal recupero di quote importanti di produttività.

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