«At the end, numbers have to make sense». Sono i numeri, come ovvio, a contare per Keith Cochrane, ceo della multinazionale britannica Weir, 15mila addetti e due miliardi di sterline di ricavi. E i numeri, qui a Nova Milanese, a tutti gli effetti sono “tornati”.
Alle porte di Milano (ma in provincia di Monza e Brianza) si inaugura infatti uno dei maggiori investimenti britannici in Italia degli ultimi anni, il nuovo impianto Weir-Gabbioneta da 18mila metri quadri costato oltre 30 milioni di euro che ha assorbito (ampliandola) l’attività dei due stabilimenti finora utilizzati dall’azienda, a Sesto S.Giovanni e Cinisello Balsamo.
Nuovo sito più ampio ed efficiente dei precedenti in cui vengono costruite pompe centrifughe per l’Oil&Gas, aggiungendo nuovi impianti per consentire la realizzazione di gruppi di potenza e dimensioni maggiori.
«Questo - scandisce Cochrane - era il luogo giusto in cui investire». Il racconto del ceo britannico è quello di una storia di successo, in cui il Paese, per una volta, ha dato prova di saper lavorare in squadra. «Non ci hanno chiesto sconti fiscali o incentivi - ci spiega il sindaco di Nova Milanese Rosaria Longoni - ma soltanto rapidità: ed è quello che abbiamo fatto». In appena 15 mesi il progetto si è trasformato nell’impianto finito, un’opera “greenfield”, partendo da un prato, con tempistiche che ricordano Stati Uniti o Europa dell’Est, purtroppo rare in Italia. «Ma la nostra qualità della vita - ricorda il sindaco - dipende anche dalla capacità di saper cogliere queste opportunità, questa per noi è una giornata straordinaria».
Nel palazzo bianco e blu riempito di ampie vetrate lavorano oltre 300 persone, producendo pompe idrauliche anche da decine di tonnellate, in grado di gestire fino a 13mila metri cubi di flussi all’ora. Prodotti destinati ai giganti dell’Oil&Gas, 100 milioni di euro all’anno realizzati quasi interamente attraverso l’export. Che con il nuovo impianto, progettato inserendo in dosi massicce tecniche di lean production, potrà essere ampliato anche ad altri paesi. Grazie alle capacità produttive e tecnologiche dell’azienda.
«Come luogo di business - prosegue Cochrane - a mio avviso sull’Italia ci sono molti misunderstending. Qui abbiamo trovato grandi università, forza lavoro preparata e aperta al cambiamento, fornitori di qualità, capacità ingegneristiche all’avanguardia, istituzioni che ci hanno aiutato. Quando abbiamo deciso di spostarci da Sesto S. Giovanni abbiamo guardato anche ad altre opzioni, in Asia o in Europa dell’Est. Poi abbiamo fatto l’analisi, guardato i numeri. Investire in Italia in fondo non è stata una scelta difficile: qui la nostra produzione è competitiva».
Se non avesse un altro lavoro sarebbe il caso di utilizzare Cochrane come testimonial del made in Italy in giro per il mondo, anche perché la scelta della multinazionale non è stata affatto un “regalo”, anche per il futuro nulla è scontato. «If they deliver, se producono risultati - spiega Cochrane sorridendo guardando alla sua sinistra l’ad italiano Paolo Macchi - investiremo ancora nei prossimi anni». Non certo per beneficenza, perché come ci racconta sorridendo un manager, «di milioni di utili in questi anni al gruppo ne abbiamo mandati parecchi..»
Weir, presente in Italia dal 2005 quando acquisì Pompe Gabbioneta, storica azienda meccanica fondata nel 1897, prevede target in crescita, con un aumento dei ricavi del 50% in 5 anni e l’inserimento di un centinaio di nuovi addetti. Il rallentamento degli investimenti dell’Oil&Gas non preoccupa il gruppo più di tanto. Il settore è in fase di recupero - spiega Cochrane - anche se nessuno sa con certezza quanto tempo servirà per uscire da questa situazione.
© Riproduzione riservata