Non è arrivata alcuna offerta di acquisto per l’intero complesso aziendale di Mercatone Uno, l’ex colosso di Imola specializzato nella Gdo non alimentare, finito in amministrazione straordinaria (ex legge Marzano) nell’aprile 2015. È scaduto ieri il bando internazionale pubblicato lo scorso 16 giugno, che partiva da una base d’asta di 280 milioni di euro, il controvalore degli asset immobiliari in giro per il Paese (500mila metri quadrati di superfici commerciali con regolare licenza, in tutto 79 punti vendita di cui 20 attualmente chiusi).
I tre commissari giudiziali che da 17 mesi stanno garantendo la continuità aziendale e hanno permesso alla società, operativamente sana, di recuperare il 40% di quote di mercato nell’ultimo anno (dal 6,6 al 9,4%) contavano di cedere l’intero compendio dell’“Ikea italiana”, alla luce delle 53 manifestazioni di interesse non vincolanti raccolte nell’estate 2015 anche da gruppi esteri, di cui dieci relative alla totalità dei beni patrimoniali. E ora, d’accordo con il Ministero dello Sviluppo economico, sono già al lavoro su un secondo, nuovo bando, più flessibile ma sempre finalizzato al raggiungimento della vendita degli asset in un unico blocco e non a pezzi. In linea con gli obiettivi della procedura straordinaria di salvaguardare la continuità aziendale, la tutela occupazionale (3.350 dipendenti a regime) e la soddisfazione dei creditori (3mila, di cui la metà banche).
Mercatone Uno, crollata due anni fa sotto il peso di mezzo miliardo di debiti accumulatisi a inizio anni Duemila di fronte alla crisi di domanda, chiuderà il 2016 con 400 milioni di euro di fatturato, mentre per il 2017 l’asticella è fissata nel piano triennale di rilancio a 530 milioni.
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