Economia

Gruppo Menarini, fratelli Aleotti condannati per reati fiscali

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IN PRIMO GRADO

Gruppo Menarini, fratelli Aleotti condannati per reati fiscali

I vertici del gruppo farmaceutico Menarini, la presidente, Lucia Aleotti, e il vice presidente, Giovanni Alberto Aleotti, sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Firenze per i reati di riciclaggio e corruzione. Dieci anni e sei mesi la condanna per Lucia Aleotti (7 anni e mezzo per frode fiscale e 3 per corruzione) mentre sette anni e sei mesi per il fratello accusato solo di riciclaggio. Confiscati beni per un miliardo e 200 milioni. Lucia e Alberto Giovanni sono i figli di Alberto Aleotti, patron della azienda farmaceutica, morto nel 2014.

La condanna è stata letta nel pomeriggio dal giudice Francesco Gratteri del tribunale di Firenze, al termine del processo iniziato due anni fa e partito da un'inchiesta coordinata dai pm Luca Turco e Ettore Squillace Greco, condotta dai carabinieri del Nas. L'inchiesta partì nel novembre 2011 quando i militari si presentarono nella sede del gruppo farmaceutico a Firenze e in varie altre città italiane contestando una serie di accuse anche ad Alberto Sergio Aleotti, allora patron del gruppo. Assolti, invece, tutti i collaboratori Giovanni Cresci, Licia Proietti e Sandro Casini, e la madre, Massimiliana Landini. Esclusa anche per i fratelli Aleotti l'accusa di truffa.

“Lavoreremo per far emergere ancor meglio, in appello, le evidenti prove della estraneità dei nostri assistiti ai fatti per i quali oggi vi è una sentenza negativa”

Gli avvocati difensori 

In una nota il collegio difensivo della famiglia Aleotti afferma: «La sentenza del Tribunale ha escluso l'esistenza della truffa ai danni del servizio sanitario nazionale consistente, secondo l'accusa, nell'ottenere prezzi gonfiati dei medicinali. Di conseguenza sono state respinte tutte le pretese delle aziende sanitarie (circa 200). La condanna per riciclaggio riguarda esclusivamente i capitali personali scudati dal dottor Alberto Sergio Aleotti (il padre dei due fratelli deceduto nel 2014, ndr) che il tribunale ha ritenuto provenienti da frode fiscale. Lavoreremo ancora - aggiunge la nota dei difensori - per far emergere ancor meglio, in appello, dalla enorme mole di documentazione acquisita al processo, le evidenti prove della estraneità dei nostri assistiti anche ai fatti per i quali oggi vi è una sentenza negativa».

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