È ancora una volta l’auto, nel bene e nel male, a orientare le sorti dell’export nazionale, divaricando in modo evidente le performance territoriali. Nei primi sei mesi del 2016 l’Istat registra infatti per la Basilicata la seconda performance percentuale migliore (+82,7%, appena dietro al Molise) proprio grazie alle vendite di autoveicoli (più che raddoppiate), in particolare verso gli Stati Uniti. All’estremo opposto troviamo invece il Piemonte, penalizzato proprio dalle vendite di auto, anche in questo caso soprattutto quelle assorbite da Washington.
Variazione delle esportazioni nazionali per regione.
Gennaio e giugno 2016. Valori percentuali (Fonte: Istat)
In generale il trend nullo del dato nazionale, già diffuso dall’Istat, è frutto dunque di andamenti divergenti, con una crescita di 11 punti per l’export meridionale, un avanti adagio per l’Italia nord-orientale e un arretramento nella altre aree.
Oltre alla Basilicata, sono soprattutto Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Emilia-Romagna e Lombardia a fornire un contributo positivo all’export mentre all’estremo opposto i freni maggiori arrivano da Piemonte, Sardegna, Sicilia e Lazio.
Auto della Basilicata, insieme a veicoli diversi dai mezzi di trasporto in arrivo da Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Liguria, contribuiscono da soli per un punto percentuale di crescita all’export nazionale. Performance bilanciata nella stessa dimensione (contributo negativo di un punto) per le minori vendite di auto dal Piemonte insieme a quelle dei prodotti petroliferi raffinati di Sardegna e Sicilia, penalizzati in valore dalla caduta dei listini del greggio.
Su base provinciale le performance migliori sono quelle di Potenza (è la provincia del sito Fca di Melfi), Milano, Trieste, Chieti (altro impianto Fca ad Atessa), Firenze, Padova e Piacenza. Le diminuzioni maggiori sono invece a Torino, Cagliari, Siracusa, Vicenza, Latina, Varese e Cuneo.
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