Da Cherasco ad Alba con una strada di collegamento veloce capace di risolvere l’emergenza in tempi brevissimi (in meno di un anno). Il collegamento autostradale diretto A33 Asti-Cuneo, una delle grandi incompiute del Nord-Ovest, torna a far parlare di sé. A riaccendere i riflettori su quest’opera, incagliata da anni per colpa della mancata realizzazione del tratto nei pressi di Alba, sono Confindustria Cuneo e il suo presidente Franco Biraghi, che si battono con vigore per il completamento di questa infrastruttura considerata vitale per le imprese della provincia Granda. Ieri Biraghi, cogliendo l’occasione della visita del premier nel Cuneese, ha consegnato brevi manu a Matteo Renzi la proposta di Confindustria Cuneo per sbloccare l’opera in un incontro avvenuto alla Merlo Spa di Cuneo. La proposta è appoggiata anche dal patto per lo sviluppo della provincia di Cuneo, di cui fanno parte, oltre a Confindustria, anche Confcommercio, Coldiretti, Confagricoltura e Confartigianato.
Ma procediamo con ordine. Il tratto sotto accusa, circa nove chilometri da Cherasco ad Alba, prevede la costruzione di una galleria sotto la collina di Verduno. E proprio questa galleria sarebbe la principale responsabile dei maxi-costi, circa 760,2 milioni di euro, che si dovrebbero sostenere per trasferire dalla carta millimetrata ai cantieri questi nove chilometri mancanti della Asti-Cuneo.
Al riguardo, la posizione del ministero delle Infrastrutture è chiara: il completamento dell’Asti-Cuneo - sostengono i tecnici del ministero - è legato alla possibilità di ridurne i costi “senza impattare significativamente sulla funzionalità del collegamento e preservando l’utilizzo del territorio”. La parole chiave del ministero delle Infrastrutture, ribadita in una lettera inviata a Biraghi dal direttore generale Mauro Coletta il 16 giugno 2016, è: “Ridurre i costi”.
E qui s’inserisce la proposta degli industriali cuneesi, volta a sbloccare l’impasse. Una soluzione d’emergenza che costituisce una valida alternativa all’attuale progetto dell’Asti-Cuneo per il lotto albese (denominato lotto II.6) ancora da realizzarsi. La proposta, illustrata nei minimi dettagli, è contenuta in una lettera inviata da Confindustria Cuneo lo scorso 8 settembre al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. La lettera è firmata da: Biraghi, Elena Lovera, presidente Ance Cuneo; Domenico Monge, l’imprenditore delegato da Confindustria al progetto della Asti-Cuneo; Giovanni Brero, l’ingegnere autore del progetto.
Il punto centrale della proposta di Biraghi è la soppressione della tratta in galleria e la sua sostituzione con una strada extraurbana secondaria che colleghi il ponte monco dell’A33 al punto esatto in cui l’attuale progetto autostradale prevede l’uscita della galleria di Verduno. Una soluzione che si configura come propedeutica alla completa realizzazione di un collegamento fino alla tangenziale di Alba. In seguito si potrebbe infatti allungare la strada fino alla tangenziale di Alba, seguendo il tracciato già previsto nel progetto autostradale.
Il costo totale di questa nuova tratta di superficie sarebbe pari a 23,2 milioni di euro. Con altri costi non di molto superiori a 15 milioni, a questo punto, si potrebbe raddoppiare tutta la tratta e portarla a caratteristica di superstrada, proprio come la tangenziale di Alba. Con il progetto alternativo di Confindustria Cuneo si potrebbe ottenere un risparmio di almeno 700 milioni, ovvero si risparmierebbero ben oltre il 90% dei costi previsti dal progetto autostradale attuale che prevede appunto una galleria sotto la collina di Verduno. E che con questo progetto non sarebbe più necessaria.
© Riproduzione riservata