Economia

Il supercomputer di Bologna fa i calcoli per la ricerca nucleare europea

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INNOVAZIONE

Il supercomputer di Bologna fa i calcoli per la ricerca nucleare europea

(sito Cineca)
(sito Cineca)

L’annuncio di ieri che la partnership italiana Enea-Cineca ha vinto il tender internazionale per il centro di calcolo del progetto Eurofusion (finora ospitato in Giappone, nel centro Helios di Rokkasho) e che sarà il supercomputer bolognese “Marconi” a ospitare fino al 2018 servizi e storage informatici del progetto di ricerca di Euratom sulla fusione nucleare mette un’altra tessera importante nel puzzle di Bologna quale hub internazionale di big data e big science.

A pesare non sono solo i 24 milioni di fondi Ue in arrivo per sviluppare ulteriore potenza di calcolo e stoccaggio a Casalecchio di Reno, sede del Cineca, e del suo supercervellone. Soldi che si sommano ai 50 milioni di investimento che il Cineca stesso (infrastruttura di calcolo delle università italiane) ha messo in pista la scorsa primavera per garantire una potenza di calcolo di 20 PetaFlop/s (ovvero 20 milioni di miliardi di operazioni al secondo) e una capacità di memorizzazione dati di oltre 20 PetaByte entro il 2017, da aumentare fino a 50 PetaFlop/s nel 2020. Conta il fatto che su Bologna graviteranno competenze e attenzione di decine di migliaia di ricercatori e tecnologi che in tutto il mondo stanno collaborando al progetto Iter (dentro al quale rientra il programma Eurofusion) per costruire il più grande “tokamak” al mondo, un impianto per la fusione magnetica su grande scala con l’ambizione di portare sul mercato entro il 2050 l’energia pulita ricavata dall’ idrogeno allo stato plasmatico.

E se va in porto anche la candidatura di Bologna a nuova sede dell’agenzia europea per le previsioni meteorologiche Ecmwf,oggi basata a Reading in Gran Bretagna, Bologna diventerebbe uno dei centri mondiali con la maggior concentrazione di potenza di calcolo. «In grado di attrarre laboratori e investimenti dei più grandi technology provider mondiali» sottolinea il direttore del Cineca, Sanzio Bassini.

Fino al 2018 – con buone chance che l’Ue prolunghi al 2020 il finanziamento all’infrastruttura informatica di Eurofusion- il Cineca metterà a disposizione una partizione del Marconi per la fusione: su attuali 1.500 nodi del cervellone, alla fusione ne saranno dedicati 806, circa un Petaflop. «Questa è una vittoria per il sistema italiano di ricerca, che nella sinergia tra istituti, atenei e imprese trae linfa strategica per l’innovazione. Proprio grazie a Iter – sottolinea Federico Testa, presidente di Enea, ente capofila di Eurofusion per l’Italia – siamo riusciti a portare alle Pmi italiane un miliardo di commesse competitive in due anni, un record tra i Paesi aderenti al progetto».

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