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Agroinnova prepara le difese per l’agricoltura del futuro

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Agroinnova prepara le difese per l’agricoltura del futuro

Insalata, rucola, spinaci, valerianella: le colture italiane sono sotto attacco. E non da parte di una concorrenza internazionale che punta su manodopera a basso costo, ma per l’offensiva di nuovi patogeni che arrivano da altri continenti, per effetto della globalizzazione dei mercati, e trovano in Italia le condizioni per svilupparsi grazie all’innalzamento delle temperature medie. Per questo il lavoro dei ricercatori di Agroinnova - il Centro di competenza per l’innovazione in campo agroambientale ed agroalimentare dell’Università di Torino - diventa sempre più importante.

Anche perché alcuni dei parassiti non si limitano a mettere a rischio la sopravvivenza delle colture più diffuse, con danni economici consistenti, ma producono anche micotossine pericolose per la salute umana. Agroinnova, a riprova della qualità della ricerca riconosciuta a livello mondiale, sta ora coordinando un progetto europeo, Emphasis, finanziato con 7milioni di euro e che vede coinvolti 22 partner di 10 diversi Paesi. Un progetto incentrato sullo studio dei processi e dei prodotti per l’agricoltura in grado di contrastare le specie aliene invasive. D’altronde la struttura di Agroinnova presso l’Ateneo torinese dispone di apparecchiature d’avanguardia, in grado anche di simulare le condizioni ambientali e climatiche dei prossimi 50 anni, con le interazioni tra piante e patogeni. Una sorta di macchine del tempo proiettate nel futuro.

«Non affrontare questi problemi secondo un’ottica di medio-lungo periodo - spiega Maria Lodovica Gullino, direttore di Agroinnova - significherebbe comportarsi in modo miope, mettendo a rischio il futuro dell’agricoltura». Anche perché la minaccia è globale «ed è necessario - conclude Gullino - un approccio strategico, coordinato ed internazionale».

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