Economia

In Campania nuova guerra in Terra dei fuochi

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RIFIUTI

In Campania nuova guerra in Terra dei fuochi

Vigili del fuoco a Casal di Principe in uno dei punti dove erano stati rinvenuti fusti contenenti rifiuti tossici (Ansa)
Vigili del fuoco a Casal di Principe in uno dei punti dove erano stati rinvenuti fusti contenenti rifiuti tossici (Ansa)

Guerra ai roghi tossici. La Regione Campania, dopo numerosi fallimenti, ingaggia una nuova battaglia per combattere la piaga della Terra dei fuochi: non più solo norme restrittive e propositi di un controllo mai avvenuto: questa volta la giunta guidata da Vincenzo De Luca annuncia uno stanziamento di 50 milioni e l’utilizzo di telecamere e droni che saranno affidati all’esercito.
Contemporaneamente il governatore della Campania, De Luca, in un incontro con sindaci e prefetti bacchetta severamente i comuni che non hanno raggiunto un soddisfacente livello di raccolta differenziata.

Tra questi «Napoli dove la differenziata è ferma al 29%, ma deve puntare al 60%», dice il governatore. Per farlo servono, - precisa - non termovalorizzatori, ma impianti di compostaggio e di trasformazione.
I roghi, mai spenti finora, quest’estate si sono nuovamente moltiplicati nella fascia di territorio tra Napoli e Caserta, esasperando la popolazione locale. Da qui i provvedimenti della Regione: grazie ai 50 milioni stanziati, secondo il piano annunciato, sono in arrivo 200 telecamere di sorveglianza, 6 droni civili (che successivamente diventeranno 10) e saranno allestiti due centri operativi a Giugliano e a Mondragone in cui far confluire informazioni e interventi. «Rafforzeremo le attività già svolte con una task force con Asl, Inps, ispettorato del lavoro e forze dell'ordine. E grazie alla piattaforma informatica della Regione completeremo una mappatura completa del fenomeno. I comuni devono provvedere a pulire le strade e le aree di loro competenza», precisa il Prefetto di Napoli, Gerarda Maria Pantalone. La task force in realtà è operativa e sta già effettuando controlli a tappeto. Ma saranno incrementati. Viene annunciato infatti un giro di vite su aziende artigiane e industrie, su fabbriche abusive e trasportatori senza scrupoli.

E soprattutto sugli insediamenti Rom. Su questi De Luca annuncia pugno duro. «Tra settembre e ottobre - dice - partiranno gli sgomberi dei campi rom. Le operazioni saranno precedute da attività di accoglienza e integrazione. La Regione è disposta a finanziare un programma di inserimento a scuola dei bambini, a patto che ci vadano. Per chi non vorrà integrarsi secondo legge ci saranno solo sgomberi».
Non mancano chiarimenti e spunti polemici. In particolare al comune di Napoli il presidente della Regione chiede di accelerare sulla raccolta differenziata con l'obiettivo del 60%. «Altrimenti -dice - il piano non regge». E dice: «Bisogna fare gli impianti di compostaggio».

De Luca conferma la volontà di non costruire termovalorizzatori, e rassicura cittadini e istituzioni sulla decisione di non aprire mai più discariche di tal quale. Ma al tempo stesso, la Regione sostiene che sarà necessario poter stoccare materiale inertizzato, a esempio, nelle cave. A questo scopo De Luca invita comitati e comuni, Napoli in prima fila, a evitare inutili barricate.
Il Comune di Napoli, dal canto suo, fa sapere di avere ormai pronti delibera e studio di fattibilità di un ecodistretto da realizzare nell'area orientale della città: al posto del termovalorizzatore previsto un tempo, vengono collocati un impianto di compostaggio e altre attrezzature. Poi il Comune replica: «Sulla differenziata siamo al 31%, non al 29 come sostiene il governatore».

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