Economia

Precisazione di Tap Italia

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Lettera

Precisazione di Tap Italia

L'interpretazione che, nell'articolo pubblicato online dal Sole 24 Ore il 14 settembre 2016, Federico Rendina ha dato del Memorandum d'Intesa sullo Ionic Adriatic Pipeline (IAP) firmato a Dubrovnik dai governi di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia e Montenegro e da Socar non corrisponde alla realtà dei fatti. L'Italia è e sarà, infatti, il punto di ingresso in Europa del Corridoio Meridionale del Gas e quindi di TAP che ne è l'ultima porzione. Questo non solo per evidenti ragioni di mercato (l'Italia assicura da sola l'assorbimento di alti volumi di gas) ma anche e soprattutto per lo stato avanzatissimo del progetto la cui Autorizzazione Unica è pienamente in vigore e i cui cantieri in Italia sono in attività dallo scorso mese di maggio. I ritardi nel rilascio di alcune Verifiche di Ottemperanza, sono, appunto, solo dei ritardi, che TAP è fiduciosa di vedere superati senza pregiudizio dei lavori anche grazie al pieno supporto assicurato dal governo nazionale e dell'industria Italiana.
IAP (e l'analogo Interconnettore Grecia Bulgaria) rappresentano un valore aggiunto di TAP in materia di sicurezza energetica dell'Europa Sudorientale, di mercati con domanda meno grande di quella Italiana (ma non per questo da lasciare all'attuale monopolio delle forniture) e per estendere la rete europea del gas (e il costruendo mercato unico europeo) ad altri paesi che al momento non ne sono collegati.
Luigi Quaranta
Senior Media Advisor
TAP Italia

Replica dell'autore
Nell'articolo e nella documentazione allegata si ricostruisce semplicemente la lunga e tormentata vicenda che caratterizza il progetto dell'hub italiano del gas. Tap è l'emblema degli impegni, delle buone idee ma anche dei ritardi italiani, delle lentezze autorizzative combinate con il cosiddetto effetto Nimby (not in my back yard, non nel mio cortile), ovvero la perdurante generale ritrosia delle popolazioni a ospitare infrastrutture in qualche modo invasive o sospette tali per il territorio o per l'ambiente. Cosa che spiega anche il lungo slalom tra le soluzioni possibili per l'approdo in Italia del gasdotto. L'ipotesi che il Tap possa privilegiare la via balcanica è concreta. L'impegno dei manager italiani del Tap è altrettanto concreto. Naturalmente ci si augura che un'accelerazione delle opere dia definitiva concretezza al progetto Tap, e con esso al sogno, finora rimasto tale, dell'hub italiano del gas.
Federico Rendina

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