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Venezia, ancora impasse sulle crociere

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Grandi navi

Venezia, ancora impasse sulle crociere

(Ap)
(Ap)

Per pasticci di forma e per poca voglia di decidere, ancora per anni le grandi navi continueranno a passare per Venezia, ancora per anni saranno pubblicate fotografie truccate per far apparire ancora più gigantesche le navi da crociera già gigantesche, ancora per anni ci saranno interventi indignati di personalità della cultura e minacce dell’Unesco, ancora per anni le proteste di veneziani e soprattutto di non veneziani.

Dopo quattro anni e mezzo dal decreto Clini-Passera (di cui oggi sono titolari i loro successori Galletti e Delrio), le odiosamate grandi navi continuano come prima a sfilare nel canale della Giudecca e davanti al palazzo ducale. Circa 600 navi l’anno, circa un milione di passeggeri l’anno i quali dall’alto del ponte solarium fanno ciao-ciao con la mano ai veneziani e ai turisti laggiù minuscoli sui vaporetti e tra le colonne di San Marco.


(*) Gennaio-Agosto

I progetti per togliere le grandi navi da San Marco? Fermi nel pasticcio degli iter. Il decreto Clini-Passera della primavera del 2012 dice che è vietato l’ingresso in laguna alle grandi navi, ma che possono passare finché non ci sono alternative. Così in assenza di alternative oggi passano liberamente le navi sotto le 96mila tonnellate di stazza a patto che dal momento in cui si avvicinano a Venezia usino combustibile a basso impatto ambientale (si chiama blue flag) come accade nel Baltico e in accuni porti degli Usa.

Formalmente, i progetti alternativi sono tre, nei fatti sono sopravvissuti due progetti concorrenti. I ministri del Comitatone per la salvaguardia di Venezia (coordinati da Giuliano Delrio, ministro delle Infrastrutture e trasporti, insieme con Dario Franceschini dei Beni culturali e Gian Luca Galletti dell’Ambiente) non riescono a darsi una data in cui incontrarsi e decidere come sciogliere il nodo della scelta, resa più facile dal nuovo codice degli appalti.

La soluzione più semplice e disastrosa sarebbe però l’atto di forza, il divieto totale e istantaneo per appagare gli appetiti dei porti concorrenti e i turbamenti degli intellettuali (il 25 settembre a Venezia ci sarà una grande manifestazione internazionale antinave).

L’iter: oggi due progetti sono sotto verifica della commissione di valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente. Il primo progetto — il più contestato e già congelato — si chiama Contorta. Il parere della commissione Via potrebbe essere pronto in tre o quattro settimane. Era stato presentato dall’Autorità del porto, prevede lo scavo di un canale molto impegnativo attraverso i bassifondi della laguna. Poco amato per il suo impatto rilevante sull’equilibrio istabile della laguna, era stato appoggiato dal ministero delle Infrastrutture, poi è stato congelato a favore del progetto successivo, meno impattante, denominato Tresse.

Il secondo progetto fu presentato da Cesare De Piccoli e dall’azienda siderurgica Duferco. Si chiama Venis. Prevede di costruire un terminale per le crociere in prossimità delle dighe del Mose. Poco gradito alle compagnie di navigazione per la logistica complessa, più gradito da ambientalisti e cittadini per l’allontanamento delle navi dalla città.

Il progetto Venis è in fase di verifica ambientale con una Via speciale per esaminare quando interferisce con le dighe del Mose; l’esame della commissione ambientale Via potrebbe concludersi fra 4 e 6 settimane per poi destinare il progetto alla decisione dei ministri del Cipe. Il terzo progetto, denominato Tresse, è il secondo che potrebbe essere adottato, in concorrenza con il Venis visto che il progetto Contorta pare destinato all’abbandono.

Il progetto Tresse è voluto dal Comune di Venezia (il sindaco Giorgio Orsoni e poi il suo successore Luigi Brugnaro). È apprezzato anche dall’Autorità del porto guidata dall’uscente Paolo Costa, a patto però che dal punto di vista formale venga considerato una semplice variante del progetto Contorta, in modo anche da evitare eventuali rivalse sui costi di una nuova procedura Via. Ma il ministero dell’Ambiente ha già detto che è un progetto del tutto nuovo e va fatta una procedura da zero.

Prevede lo scavo di 800 metri di canale al margine della laguna a ovest della città, a ridosso della zona industriale di Marghera, utilizza canali già esistenti. Il progetto Tresse non è molto amato dalla compagnie di navigazione perché toglie l’attrattiva di passare davanti a San Marco con i crocieristi che dal ponte solarium salutano con la mano le formichine che si agitano laggiù in piazza San Marco.

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