Economia

Male luglio, l’export dei primi sette mesi 2016 finisce in rosso

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dati ISTAT

Male luglio, l’export dei primi sette mesi 2016 finisce in rosso

Per l’export nazionale arriva il segno meno. Il dato negativo di luglio, un calo annuo di oltre sette punti, condizionato però pesantemente dalla presenza di due giornate lavorative in meno, porta in rosso il bilancio dei primi sette mesi dell’anno. Una frenata dell’1,2% da gennaio, determinata da un calo evidente dell’area extra-Ue (-4,7%) non compensato dalla crescita limitata delle vendite in Europa, in progresso dell’1,6%.

A parità di calendario il calo tendenziale di luglio è limitato allo 0,9% e si riduce ancora per la parte strettamente manifatturiera, tenendo conto che l’energia cede quasi 32 punti percentuali.

I PARTNER COMMERCIALI PIÙ E MENO DINAMICI PER ESPORTAZIONI
Luglio 2016/2015, variazioni % (Fonte: Istat)

Con poche eccezioni, Cina e Giappone, tutti i paesi finiscono così in rosso, anche se con intensità diversa. Meglio, in generale l’Europa, con una flessione del 6,1% che si trasforma però in una crescita di poco più di un punto normalizzando i dati per effetto del calendario. I dati “netti” per singoli paesi non sono disponibili ma tenendo conto delle performance reali (un calo di 3 e 4 punti percentuali), Francia e Germania dovrebbero presentare variazioni positive. Male invece il Regno Unito, giù del 12%, forse un primo effetto (psicologico, perché in termini concreti nulla è ancora cambiato nelle regole degli scambi) del voto che ha sancito l’uscita di Londra dall’Unione europea.

Miglior performance in Europa è ancora una volta quella della Spagna, giù di appena lo 0,9% ma in crescita di oltre 5 punti da gennaio.

Le note più dolenti sono però altrove, nelle aree più remote, in calo a luglio di quasi nove punti (-3,2% normalizzando il calendario), del 4,7% da gennaio. Prosegue la caduta delle vendite in Russia (-7,5%) ma purtroppo altrove i calo sono anche a doppia cifra. Male gli Stati Uniti, con un bilancio negativo del 2,5% anche nei primi sette mesi dell’anno, così come in profondo rosso sono Medio Oriente (-14,7%), Mercosur (-22,2%) e America centro-meridionale (-15,7%).

Farmaceutica, macchinari, elettronica e mobili sono i settori più penalizzati, con cali anche superiori al 10% che non cambierebbero segno neppure depurando il dato. In terreno positivo, dopo aver normalizzato i dati, dovrebbero essere invece alimentari, tessile, chimica, gomma-plastica e metalli. Anche se - come detto - i dati normalizzati per singoli settori non sono disponibili.

Il comparto migliore è quello dei mezzi di trasporto, in crescita dello 0,9% anche nei dati grezzi.

I SETTORI PIÙ E MENO DINAMICI PER LE ESPORTAZIONI
Luglio 2016/2015, variazioni % tendenziali (Fonte: Istat)

Un calo analogo a luglio è visibile anche nelle importazioni (-8,3%) con il risultato di determinare un saldo attivo di 8 miliardi di euro, in linea con il risultato del 2015.

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