Economia

Fiera di Bologna, tra un anno il restyling da 60 milioni di euro

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Expo

Fiera di Bologna, tra un anno il restyling da 60 milioni di euro

È tornata la quiete nel quartiere fieristico bolognese: ieri ai 123 lavoratori part-time è arrivata l’attesa lettera che revoca la mobilità prevista lo scorso 28 giugno dal presidente dell’expo Franco Boni per contenere i costi fissi. E sempre ieri il sindaco Virginio Merola ha ufficializzato i primi dettagli sul piano di riqualificazione dei padiglioni, dopo l’incontro tecnico con la società fieristica di cui è il primo socio con il 24% delle quote (tra Comune e Città metropolitana).

Servirà un anno per dare il via al restyling, un intervento che si aggirerà sui 60 milioni di euro per portare la superficie espositiva dagli attuali 105mila metri quadrati a 140mila. Garantendo così la permanenza a Bologna di Cersaie ed Eima, i due saloni internazionali che rischiano di dover emigrare per mancanza di spazi. «L’obiettivo è iniziare i lavori il prossimo settembre», annuncia Merola dopo la riunione «servita anche a impostare il nuovo piano industriale», dove si ragiona anche di ricollocazione degli esuberi.

Proprio per sostenere gli investimenti e costringere i soci privati a uscire allo scoperto il sindaco tre giorni fa aveva dichiarato che «il pubblico tornerà a essere la maggioranza in fiera prima della fine dell’anno». Oggi tra il pacchetto in mano a Merola e quelli di Regione (7,8%) e Camera di commercio (13,5) gli azionisti pubblici di BolognaFiere non arrivano al 46% del capitale. La scalata servirebbe anche ad accelerare il processo di integrazione con Rimini e Parma, che sono già a maggioranza pubblica. Per i primi di ottobre sarà convocato un tavolo istituzionale sotto le Due torri per un confronto diretto tra soci pubblici, ente fieristico e organizzazioni sindacali.

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