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Una spinta per l’Italia dell’hi-tech

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le vie della ripresa

Una spinta per l’Italia dell’hi-tech

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«Sì, i clienti hanno già chiamato, aziende grandi e piccole, la richiesta c’è». Mauro Fenzi, ad di Comau, tra i leader mondiali della robotica, ha già potuto toccare con mano l’impatto potenziale del piano del Governo per industria 4.0. Incentivi legati ad un iperammortamento del 250% per beni ordinati entro la fine del prossimo anno che nelle stime del Governo attiveranno dieci miliardi di investimenti.

L’elenco preciso delle tecnologie agevolate sarà il vero snodo nel varo della normativa ma già ora, scorrendo l’elenco dei capitoli considerati, si capisce che si tratterà di un’azione a vasto raggio, con il coinvolgimento certo, dal lato delle forniture, di numerose aziende e filiere produttive nazionali. Il rischio di creare benefici soprattutto oltreconfine, come accaduto per i milioni di moduli fotovoltaici importati dal Far-East, è scongiurato anzitutto dal primo macro-capitolo incentivato: soluzioni manifatturiere avanzate. Il che coinvolge una vasta area del mondo raccolto attorno a Federmacchine, costruttori di macchine utensili e impianti per la lavorazione di ogni tipo di materiale, dal tessile alla gomma-plastica, dal legno al vetro, che in gran parte hanno ormai inserito nei propri apparati dosi massicce di software. Controlli numerici e soprattutto sistemi integrati di dialogo a distanza, il “bread and butter” della fabbrica intelligente. A cominciare dai robot.

I SETTORI
Consegne interne

«In Italia vendiamo poco - spiega Mauro Fenzi, ad di Comau (gruppo Fca), due miliardi di ricavi, tra i leader mondiali della robotica - ma credo che con questo piano il nostro mercato nazionale potrà più che raddoppiare, sicuramente mi aspetto almeno qualche decina di milioni di euro di commesse in più. Il progetto del Governo è molto positivo, noi stessi accelereremo gli investimenti per robotica collaborativa e “indossabile”, sistemi di cui potranno beneficiare anche le nostre Pmi. L’Italia, oggi, ha finalmente definito la propria strada per rendere più competitiva la propria manifattura».

Per l’area dei macchinari le consegne nazionali valgono oltre 11 miliardi: se gli incentivi raddoppiassero il tasso di crescita attuale (+4,9% nel 2015) solo in questo comparto le commesse aggiuntive per i nostri costruttori varrebbero oltre mezzo miliardo. «Federmacchine - spiega il presidente Sandro Salmoiraghi - apprezza e condivide i capisaldi del piano Industria 4.0: con questi provvedimenti la ripresa può consolidarsi e l'Italia può continuare a recitare il ruolo da protagonista che per tradizione, conoscenza, e capacità manifatturiera le compete».

Impiantistica che si interseca con meccatronica ed automazione industriale, altre aree certamente coinvolte dal piano 4.0: per la sola automazione industriale si stimano in Italia produzioni per 4,1 miliardi di euro.

«Mezzo miliardo di commesse aggiuntive potrebbe arrivare - spiega il presidente di Anie Automazione Giuliano Busetto - e credo che il nostro settore avrà un ruolo prioritario: certo, l’impatto della misura si capirà meglio quando verranno dettagliate le tecnologie incentivate».

«È una misura forte e incisiva -aggiunge il presidente dell’associazione di automazione meccatronica (Aidam) Alessandro Torsoli - e se sul mercato torna un poco di fiducia i nuovi ordini dovrebbero arrivare».

Per le singole aziende è difficile ad oggi stimare l’impatto degli incentivi sulle commesse future ma la sensazione diffusa è che il mercato non potrà che lievitare.

«Questo intervento può orientare il trend degli investimenti - spiega Pietro Todescato, chief technology officer di Datalogic, oltre mezzo miliardo di ricavi in automazione industriale e acquisizione dati - e migliorare la competitività del sistema. Ogni stima è prematura ma come ordine di grandezza, se la manifattura italiana riparte, l’effetto può anche essere un raddoppio del nostro mercato in Italia per un certo numero di anni».

«È senz’altro uno stimolo - spiega Lodovico Camozzi, presidente dell’omonimo gruppo - che creerà domanda aggiuntiva: gli altri paesi si sono già mossi in questa direzione, l’Italia muove ora il primo passo ma per il nostro dna è una svolta». Il gruppo, 350 milioni di ricavi e 2000 addetti, ha già implementato nuovi sistemi di controllo per impianti, piattaforme digitali per consentire la manutenzione predittiva. «Il mercato italiano - aggiunge l’imprenditore - ad oggi per noi vale il 15% ma potrebbe crescere, in campo c’è un buon incentivo. Che credo aiuterà anche i giovani, vedo spazi non indifferenti per l’indotto, per le nuove applicazioni».

«Stiamo guardando questo piano con grande attenzione - spiega Renzo Libenzi, genera manager Loccioni, 80 milioni di ricavi nei sistemi di misura e nell’automazione - e il mercato italiano grazie a queste azioni certamente crescerà, in quantità e qualità. Per chi come noi lavora nella tecnologia gli interventi del Governo degli ultimi anni, tra Irap, Patent Box e incentivi agli investimenti sono stati certamente positivi: proprio grazie al superammortamento abbiamo creato un nuovo centro di simulazioni per il comparto auto».

Spazi di ottimismo vi sono anche per aziende minori, come la piemontese Amet, 40 addetti impegnati nell’automazione industriale. «L’effetto della manovra ci sarà - spiega il presidente Andrea Argondizza - anche se poi le decisioni di investimento delle grandi aziende, quelle a cui ci rivolgiamo, sono legate soprattutto al mercato. Ad ogni modo si tratta di un intervento che per le nostre commesse credo potrà avere effetti positivi».

Il dialogo tra sistemi, una delle architravi di Industria 4.0, è reso possibile dalle nuove capacità della sensoristica, e anche qui l’Italia nelle forniture avrà qualche carta da giocare.

«Credo che le commesse italiane cresceranno - spiega Maria Grazia Franceschetti, ad di Gefran, 120 milioni di ricavi - e questi incentivi, per noi che viviamo di automazione sono una buona notizia. Noi stessi investiremo più volentieri in attrezzature per sviluppare questi prodotti, puntando in modo deciso sull’interconnessione».

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