
La questione industriale priorità del Paese, del Mezzogiorno e di Taranto. Lo dice Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, all’avvio dell’assemblea di oggi pomeriggio a Taranto, aperta con la relazione di Vincenco Cesareo, presidente della Confindustria territoriale, presente anche il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi. Assemblea che parte con un minuto di raccoglimento per Giacomo Campo, l'operaio 25enne morto all'Ilva, in un incidente sul lavoro, lo scorso 17 settembre.
Boccia parla nella città segnata da quattro anni dall’emergenza del siderurgico e dice senza mezzi termini che «l’Ilva deve continuare a vivere perché è parte di una filiera industriale determinante per il Paese. Il nostro - rammenta Boccia - è un Paese di trasformazione. Non abbiamo materie prime e vendiamo nel mondo prodotti e servizi. Avere quindi un’industria cosidetta primaria e competitiva nel Paese è determinante per l’intero indotto dell’industria italiana. E non solo per una questione territoriale legata a Taranto».
Boccia affronta il nodo Ilva mentre ė in corso la procedura per la cessione dell’azienda con due cordate in gara, AcciaItalia e Am Investco Italy. «Confindustria non tifa per nessuna cordata - sottolinea Boccia - ed è equidistante dalle diverse cordate. Esprimiamo però un’aspettativa che quanto prima si risolva questa vicenda e che si proponga una grande questione di competitività a partire dall’Ilva nella logica di un’industria del Paese. Importante - precisa il presidente di Confindustria - è che il gruppo resti in mano italiane. Importante che il gruppo si riprenda. Come italiani - aggiunge Boccia - è evidente che facciamo il tifo per l’Italia, ma questa è una variabile non determinante. La strategia ė salvare le imprese prescindendo dalla nazionalità dei capitani».
Secondo Boccia, certo «Taranto è Ilva, ma deve essere anche attenzione verso industrie di altri settori. La questione industriale deve diventare strategica per tutto il Paese. Non solo Taranto ma tutta l’Itallia - rileva Boccia - è un territorio fertile per tutta l’industria. Siamo il secondo Paese manifattueriero d’Europa dopo i tedeschi. E sull’industria dobbiamo puntare. In particolare qui al Sud - dice Boccia - occorre un grande piano di reazione che parta proprio dall’industria». E sui piani per il Mezzogiorno, il presidente Boccia conclude così: «I piani per il sud dobbiamo farli diventare attuativi quanto prima perchè la questione temporale è determinante quanto la questione di merito se vogliamo un Sud che torni al centro dell’attenzione del Paese».
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