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In Sicilia un protocollo contro la mafia dei pascoli

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Agricoltura

In Sicilia un protocollo contro la mafia dei pascoli

(Olycom)
(Olycom)

Disinnescare l’infiltrazione mafiosa in un ambito che vale, di soli contributi comunitari, almeno 400 milioni l’anno. Una stima per difetto vista l’estensione dei terreni concessi a pascolo da Regione siciliana, comuni, parchi naturali: il solo assessorato all’Agricoltura ha messo a gara quest’anno concessioni su circa 40mila ettari. È questo l’obiettivo del protocollo frutto del lavoro di coordinamento e preparazione del prefetto di Palermo Antonella De Miro e che riprende ed estende proprio il cosiddetto protocollo Antoci, la cui applicazione è costata al presidente del Parco dei Nebrodi un attentato.

È stato firmato dai prefetti dell’isola, dal presidente della Regione siciliana, dagli assessori regionali al Territorio (Maurizio Croce) e all’Agricoltura (Antonello Cracolici), dai rappresentanti dei parchi che in Sicilia si ritrovano in Federparchi di cui è presidente Giuseppe Antoci, dell’Ente di sviluppo agricolo Francesco Calanna, da Leoluca Orlando nella sua veste di presidente dell’Anci Sicilia. Un protocollo

Questo protocollo di fatto estende a tutta la regione una serie di regole che hanno già dato risultati nell’area del Parco dei Nebrodi, in un’area che si estende dal litorale tirrenico della provincia di Messina fino a Troina, il comune guidato da Fabio Venezia che per primo ha avviato la battaglia contro la mafia dei pascoli. Ed è solo un altro passo in vista di nuove misure per prevenire e punire le truffe sui fondi dell’Unione europea. Intanto con la firma di questo protocollo gli uffici regionali potranno accreditarsi per ottenere le password di accesso al Siceant - sistema informatico certificazione antimafia - ed fare i controlli anche al di sotto della soglia 150 mila euro, fissata dalla normativa in vigore.

«Tutto ciò - dice Cracolici - permetterà di aumentare l’efficacia dei controlli, uniformando in tutto il territorio regionale le procedure già attivate con successo nell’area dei Nebrodi. La cessione dei beni demaniali a pascolo rappresenta solo una piccola parte del problema. Un altro fronte della corruzione e delle truffe è rappresentato dall'uso fittizio di terreni privati per ottenere contributi comunitari. In tal senso abbiamo fatto un incontro al ministero per le Politiche agricole, con il ministero degli Interni, l'Autorità anticorruzione e Agea, per definire un protocollo di procedure che consenta di entrare nel cuore di una parte consistente delle truffe che ammontano a milioni di euro ogni anno». L’assessorato all’Agricoltura ha già provveduto nel corso del 2016 ad affidare la concessione di circa 40mila ettari tramite gara (750 lotti) applicando procedure severe. «Oggi - dice Cracolici - la Sicilia può rivendicare di avere introdotto nell’ambito procedurale un sistema proprio che cerca di contrastare quei segmenti di penetrazione mafiosa più antica ma anche più efficace. Vedo anche una certa connessione tra le procedure che abbiamo utilizzato per la prima volta quest’anno, attraverso le gare per l’affidamento dei terreni, e gli incendi che hanno devastato mezza Sicilia che si sono concentrati principalmente nelle aree di pascolo».

Quello dell’affidamento in concessione dei terreni demaniali è un problema molto serio su cui ha insistito molto il presidente della regione Rosario Crocetta: «Abbiamo riscontrato una serie di anomalie e di irregolarità pesantissime nella gestione delle cessioni demaniali, dove è in essere un business sul quale abbiamo attivato un rigido monitoraggio. Abbiamo riscontrato che molte concessioni sono state acquisite dal sistema mafioso attraverso meccanismi apparentemente legali come quello dell’usucapione, con una serie di passaggi sospetti. Stiamo facendo su questo un lavoro molto efficace con le forze dell’ordine e i comuni, sulla gestione del demanio, ma anche delle spiagge, da cui e' emersa una situazione di irregolarità profonde». Il presidente della Regione ha anche annunciato che sarà predisposto un protocollo di legalità a tutela della spesa dei fondi del patto per la Sicilia: «Sarà siglato un protocollo di legalità anche per la gestione dei fondi che verranno dal Patto per la Sicilia - ha detto -. Un miliardo e 320 milioni di euro andranno alle città metropolitane e in due anni dovrà essere impegnata una cifra considerevole, il primo passaggio dovrà essere dunque sottoscrivere un protocollo legalità su queste opere che standardizzi le procedure legali, velocizzi quelle di spesa e serva a fare meglio».

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