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Irisbus, c’è la firma sul contratto di sviluppo da 25 milioni ma…

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Trasporti

Irisbus, c’è la firma sul contratto di sviluppo da 25 milioni ma i sindacati si dividono

(Olycom)
(Olycom)

Sul tavolo ci sono novità importanti: la firma sul contratto di sviluppo che porta 25 milioni e significa via agli investimenti, nuove commesse in Campania ed Emilia che si tradurranno nel ritorno graduale al lavoro per i 496 dipendenti del gruppo che al momento restano in cassa integrazione.
Ma, tra alterne vicende, di tempo – dal maggio del 2014, quando fu annunciata l’operazione – ne è trascorso tanto e così resta diviso il giudizio dei sindacati sulle sorti di Industria Italiana Autobus, newco messa in piedi da Stefano Del Rosso di King Long Italia che riunisce la vecchia Iveco Irisbus, ex controllata irpina di Fiat Industrial, e BredaMenarini, già gruppo Finmeccanica, due player storici di settore impattati negli ultimi anni dalla crisi di commesse del trasporto su gomma. Se n’è parlato ieri al ministero dello Sviluppo economico con le delegazioni di Fim, Fiom e Uilm.

La prima buona notizia è quella della sottoscrizione del contratto di sviluppo da 25 milioni di cui 17,8 concessi da Invitalia (6,8 milioni a fondo perduto e 11 di finanziamento agevolato) per la riattivazione del sito di Valle Ufita. Con questi soldi, per il settembre 2017, dovrebbero tornare operativi i 297 addetti della vecchia Irisbus. Per l’ad di Invitalia Domenico Arcuri l’operazione «consente di rilanciare una importante realtà produttiva della Campania e garantire un futuro occupazionale a circa 300 lavoratori», mentre Del Rosso parla di «momento che segna un'inversione di tendenza per l’Italia».

A Bologna la proprietà ha acquisito una parte dell'area e messo in campo un progetto di riorganizzazione del layout che vedrà l'utilizzo della cassa integrazione speciale. L'azienda ha poi informato le parti di un aumento di capitale da 9,2 milioni e di una variazione del pacchetto azionario (il peso di Finmeccanica scende dal 20 al 15%). Il quadro d'insieme divide i sindacati. «Cogliamo favorevolmente questa comunicazione – commenta il segretario nazionale di Fim Ferdinando Uliano – e sarà nostro compito verificare passo dopo passo il completamento della ristrutturazione e la fase di crescita occupazionale fino all’ultimo lavoratore».

Per Gaetano Altieri di Uilm «c’è finalmente qualcosa di concreto sotto il sole, dopo innumerevoli rallentamenti con cui questa vicenda ha dovuto fare i conti». Per Fiom «quanto esposto dall'azienda non è coincidente con gli impegni dichiarati e le intese siglate al ministero». Michele De Palma va giù duro: «Di concreto, in tutta questa vicenda, continua a esserci poco. Innumerevoli gli annunci e le promesse fatte ai lavoratori, ma non abbiamo ancora visto un piano industriale e un piano occupazionale degni di tale nome».

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