Economia

Pmi, nel 2017 ricavi in crescita

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PREVISIONI

Pmi, nel 2017 ricavi in crescita

Mezzi di trasporto, +4,5%; elettromeccanica, +2,5%; sistema casa, +2,4%; logistica, +2,1 per cento. Sono questi gli unici quattro macro settori produttivi il cui fatturato nel 2017 crescerà di più rispetto alla media nazionale dell’intero sistema produttivo, per il quale si dovrebbe concretizzare un incremento dell’1,6 per cento.

Il quadro emerge dalla seconda edizione del report Industry Forecast 2015-2017, realizzato dal Cerved che ha analizzato i fondamentali di oltre 200 comparti dell’economia italiana per cercare di inquadrarne l’evoluzione. La ricerca si inserisce ancora in un quadro incerto e poco entusiasmante, caratterizzato da diverse criticità: dagli effetti della Brexit al prezzo del petrolio, dalle difficoltà di alcuni Paesi (su tutti Brasile e Russia) alle tensioni geopolitiche. Variabili che trasmettono ricadute inevitabili anche sull’economia italiana, influenzando, come segnalano gli analisti del Cerved, «il commercio internazionale e i costi di approvvigionamento delle materie prime». Spesso gli effetti sono contrastanti: il prezzo basso del greggio, per esempio, «favorisce gli utilizzatori, come l’industria dei trasporti o la chimica – sottolinea la ricerca – ma ci sono ripercussioni negative per chi è legato alla filiera dell'attività esplorativa». Non è un caso che, a livello di fatturato, il macro settore dell’energia sia tra quelli con la previsione di crescita più bassa (solo +0,3%). Analogamente, la Brexit potrebbe indurre alcune multinazionali a trasferire sedi e impianti produttivi sul continente europeo, ma nuovi accordi commerciali bilaterali potrebbero, per contro «penalizzare le esportazioni verso il Regno unito». E ancora, a due facce è anche lo scenario del commercio internazionale: spinto dall'indebolimento dell'euro rispetto al dollaro, ma rallentato dalle crisi economiche in alcune aree del mondo. A partire dal Sud America.

«Il punto di svolta dell'economia italiana c'è stato – spiega l'ad di Cerved, Marco Nespolo – tuttavia la ripresa è più lenta e deludente del previsto». Rispetto al 2015, per esempio, il Cerved rileva un «rallentamento un po' su tutti gli indicatori, a partire da fatturato (+1,6%) e valore aggiunto (+1,7%). Un maggiore ottimismo – segnala Nespolo – deriva invece dal trend degli investimenti, in incremento di quasi 7 punti percentuali (+6,7%)». A spingere su questo versante contribuiscono indubbiamente le misure messe in campo dal governo, in particolare per alcuni settori, come quello della meccanica strumentale (ma non solo): dalla nuova Sabatini (che spazia anche negli investimenti in innovazione tecnologica) al superammortamento. «E un'ulteriore effetto traino – spiega l'ad del Cerved – ce lo possiamo attendere anche dal piano Industria 4.0, con la sua dote di risorse e incentivi messi sul tavolo».

L'incertezza, in ogni caso, è destinata a caratterizzare ancora i prossimi mesi. Da un lato, infatti, «osserviamo un aumento delle liquidazioni volontarie. Il che significa che le aspettative non sono molto positive» spiega Nespolo. Dall'altro, però, «il sistema delle piccole medie imprese è più solido rispetto a prima. Le realtà che hanno resistito ora sono strutturate meglio». Purtroppo – ma questa è una caratteristica storica del sistema produttivo italiano – la realtà formata prevalentemente da micro, piccole o medie imprese fa sì che «dipendiamo molto dai contesti esterni piuttosto che essere in grado di determinarli» avverte Marco Nespolo.

Detto del fatturato, la migliore sostenibilità dei debiti finanziari si riscontra nel sistema moda (2,7% di incidenza rispetto al Mol, contro una media nazionale del 4,8%), nella chimica farmaceutica (3,1) e nell'elettromeccanica e nei servizi (3,2%). Bollino rosso, invece, per imprese agricole (8,7%, quasi il doppio della media), logistica e trasporti (8,2%), costruzioni (7,5%) e mezzi di trasporto (7,3%). «Le costruzioni, però, stanno fornendo segnali interessanti di ripresa, dopo i pesantissimi effetti della crisi degli scorsi anni» spiega Marco Nespolo. Il macro settore non è tra i top performer come crescita del fatturato ma è sopra la media (+1,9%), inoltre, sottolinea Nespolo, «c'è stata una grandissima pulizia sui bilanci e stiamo assistendo a un miglioramento nelle abitudini di pagamento delle imprese».

La ricerca Cerved scende anche nel dettaglio dei singoli comparti mettendo in fila i migliori e i peggiori, sia per trend di fatturato che per sostenibilità dei debiti nel confronto 2015-2017. Al vertice per crescita dei ricavi si trovano motocicli (+7,3%), gestione degli aeroporti (+7,2%), occhialeria (+7,1%) e piastrelle (+6,4%). In coda, invece, produzione di energia elettrica (-5,9%), chimica per l'agricoltura (-4,7%), siderurgia (-3,2) e tlc (-1,9). Al vertice per sostenibilità dei debiti troviamo le grandi aziende chimiche diversificate (appena lo 0,2% rispetto al Mol), mentre all'estremo opposto gli impianti fotovoltaici.

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