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Esselunga, il rebus successione e quel 25% che potrebbe fare la…

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L’addio a CAPROTTI

Esselunga, il rebus successione e quel 25% che potrebbe fare la differenza

Dopo il funerale di Bernardo Caprotti, occhi puntai sull'apertura del testamento presso il notaio Marchetti di Milano. Forse mercoledì. Il 91,57% della holding Supermarkets Italiani è intestata all'Unione fiduciaria e il resto a Bernardo Caprottti. Dalle scelte del fondatore dipenderà il destino di Esselunga: secondo il codice civile, il 50% della successione, cosiddetta legittima, andrà divisa tra i tre figli – Giuseppe e Violetta avuti dalla prima moglie e Marina nata dal secondo matrimonio – e un altro 25% va all'attuale coniuge, Giuliana Albera.

Rimane da verificare le disposizioni date sul restante 25%, che potrebbe fare la differenza. Al momento l'ultima moglie (25%) con la figlia Marina (16,6%) controllerebbero il 41,6% del gruppo. Se a loro fosse attribuito anche il rimanente 25% avrebbero il controllo assoluto (il 66%) e sarebbero anche in grado di realizzare operazioni societarie per le quali è richiesta la convocazione di una assemblea straordinaria.

Stop ai private equity
Congelato il processo alla ricerca di offerte per il gruppo che Caprotti aveva avviato dando l'incarico alla banca Usa Citigroup di vagliare e negoziare le manifestazioni di interesse da parte di Blackstone, Cvc e Bc partners. L'interesse a continuare un negoziato con i fondi d'investimento (e eventualmente anche da parte di altre catene commerciali che però non hanno risorse) dovrà essere manifestato dai nuovi azionisti di controllo.

ESSELUNGA, IL REBUS SUCCESSIONE

L'ipotesi peggiore è che un assetto di comando incerto possa generare una paralisi (anche giudiziaria) dell'azienda che comunque conta su un team collaudato e guidato dall'amministratore delegato Carlo Salza.

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