Economia

Metamorfosi e laboratorio: le due sfide sotto la Mole

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L'Analisi|IL PIEMONTE A UNA SVOLTa

Metamorfosi e laboratorio: le due sfide sotto la Mole

Che Torino ospiti il prossimo anno il G7 dell’industria è cosa buona e giusta. L’annuncio del premier Matteo Renzi, di fronte agli industriali subalpini , è importante. Il capoluogo piemontese torna a respirare quell’aria da laboratorio d’avanguardia nel nostro Paese che per molti decenni l’ha visto protagonista nella cultura e nell’industria. Cuore manifatturiero, molta concretezza sabauda , sguardo lungo.

Dopo la lunga crisi non ancora archiviata, i numeri – specie nel senso dei talenti – ci sono ancora. Eccome. Ma bisognerà agire, e non poco, su quella matrice istituzionale su cui ha insistito il nuovo leader degli imprenditori Dario Gallina. Ovvero sul senso civico del bene comune per Torino: una via a senso unico, che porta al gioco di squadra tra decisori pubblici e privati sul territorio. Per snellire le procedure, per mettere a sistema nuovi saperi e migliori idee a beneficio di tutta l’area metropolitana:  senza pasticci (la vicenda del Salone del libro qualcosa dovrebbe insegnare, accidenti), e cambiando in chiave meritocratica (e generazionale) la classe dirigente. Con coraggio e senza spavalderie. Innovazione a tutto campo, insomma. E al bando i complessi di inferiorità, la psicosi da “angusta taurinorum” che diventa delitto quando arriva a soffocare fior di eccellenze . C’è molto da fare nella “officina 4.0” lanciata ieri . Serve un pungolo per portare molte medie aziende al top dell’hi-tech; per internazionalizzare; per attrarre investimenti. Sostenendo chi è in affanno, va da sè, ma modificando le prospettive (sta qui il passaggio anche culturale sull’equity “strategico”, con cui portare il concetto di “debito” a “crescita strategica”, appunto, delle “imprese”). Ci sono l’automotive e la Fca nel cuore manifatturiero subalpino, ma non solo. Svettano l’aerospazio e tutte quelle diversificazioni che la metamorfosi industriale degli ultimi due decenni ha imposto con forza. Gallina, 50 anni , imprenditore nel settore della plastica, ama inserire nel suo curriculum che pratica sci, jogging ed “enduro”. Ovvero motociclismo da resistenza e regolarità: ottimi ingredienti con cui dare il passo. Ne va aggiunto un altro, in qualche modo indicato da Renzi che ha iniziato la sua giornata torinese al Cottolengo per concluderla nell’ex arsenale militare trasformato in Casa della speranza da giovani e adulti del Sermig. Cioè tra gli epigoni dei santi sociali torinesi, dove molti – tra cui tanti professionisti e imprenditori – vanno a donare silenziosamente tempo e competenze a chi ne ha bisogno. Il contrasto della povertà e una impresa più sostenibile sono innovazioni indispensabili per quella matrice istituzionale di cui Torino si rilancia, per vocazione antica, a modello economico e sociale. Una responsabilità a cui nessuno, oggi, può sottrarsi.

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