Economia

Cremona punta su Industria 4.0

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la questione industriale

Cremona punta su Industria 4.0

Guerre e terrorismo. E poi Brexit, crisi dei migranti, derive xenofobe. Un clima complesso, un’economia mondiale sotto shock. Paure che tuttavia vanno affrontate e superate, scendendo in campo in prima persona. L’Italia che fa la differenza è il titolo scelto per l’assemblea dell’Associazione Industriali di Cremona, concetto che il presidente Umberto Cabini declina anzitutto nella capacità del Paese di ritrovare la via della crescita, inaugurando una stagione nuova di grandi cambiamenti.

Partendo dalle vocazioni territoriali, sarà anzitutto necessario favorire un rinnovamento del modello imprenditoriale, creando un circuito virtuoso che sappia anche far superare alle imprese il limite dimensionale. «È il momento - spiega Cabini - di passare dalle riforme alle scelte», rilanciando la politica industriale, scegliendo politiche fiscali di stimolo, migliorando e rendendo più efficiente sistema pubblico e normativo. Percorso di cambiamento che deve avere come asse portante lo sviluppo industriale, «unica condizione per rimettere in moto il Paese», con il Piano Industria 4.0 ad illuminare le prospettive. «A lei - scandisce Cabini rivolgendosi al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, seduto in prima fila - il merito di aver riaperto con il piano una speranza sul futuro, tornando a parlare di politica industriale».

L'ECONOMIA CREMONESE

Un cambio di paradigma rispetto al passato, ha spiegato Calenda, con un piano che non indica settori o tecnologie ma invita gli imprenditori ad investire per migliorare la propria competitività, in un percorso adatto anche alle Pmi.

«Si parte dal presupposto - spiega Calenda - che voi sappiate fare il vostro lavoro e da parte nostra creiamo un meccanismo semplice e automatico. Abbiamo davanti un periodo duro ma il rilancio degli investimenti può salvare l’economia e la società italiana». Alle imprese Calenda chiede un “patto” di fiducia, tesi condivisa anche dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: «Il successo del Governo - spiega - è il successo del Paese, abbiamo tutti interesse che le cose vadano bene». Boccia si dice fiducioso che Industria 4.0 possa rilanciare gli investimenti, apprezzando l’idea di una politica economica “orizzontale”, concentrata sui fattori, dunque sulla competitività. Da rilanciare anzitutto recuperando produttività, anche grazie agli sgravi che il Governo si appresta a varare sugli importi erogati.

Boccia auspica un confronto con il sindacato sulle prospettive dell’industria, «perché se l’idea di industria del futuro è condivisa - spiega - il punto di caduta sono poi le relazione industriali» e si dice ottimista sulla chiusura dei contratti. Anche se - chiarisce - l’intervento sui modelli avverrà solo in un secondo momento, proprio per non rallentare le trattative aperte.

L’impennata della produzione industriale di agosto è salutata con favore, «buoni segnali nella giusta direzione, segno di un paese che vuole reagire», ma occorre fare di più, accelerare la crescita, «grande sfida del paese e dell'Europa». Europa che per Boccia dovrebbe ribaltare il paradigma, puntando anzitutto sulla crescita, condizione necessaria per avere nel concreto stabilità.

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